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Durante la recente Conferenza sul Turismo cui ho partecipato assieme ad una cinquantina di qualificati operatori del settore, tenutasi alla Camera lo scorso 25 gennaio, il ministro Gnudi ha ripercorso i temi che aveva già trattato una settimana prima, in un'audizione daventi alla Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, di cui dà conto turismo e finanza.
http://www.turismoefinanza.it/step.jsp?page=88937
A mio parere questo ministro ha le idee chiare, e fa una diagnosi corretta dei problemi. Putroppo - ha detto - non ci sono soldi.
Ha però chiaro che l'Italia per crescere deve puntare "anche" sul turismo, ipotizzando una possibile crescita dal 13 al 18%. Inoltre sa che bisogna agire in fretta perchè il terreno perduto rispetto ai "fasti" del passato non può essere recuperato facilmente. (Ehi... qual è stato l'aumento dei padroni di cane che ha frequentato gli alberghi italiani?)
Per questo "si deve agire in fretta" (parole del Ministro) , soprattutto verso quei paesi che non hanno ancora definitivamente orientato la scelta delle destinazioni di elezione. Si pensi a Cina ed India che per svariate ragioni, tra le quali si devono annoverare l'attività delle compagnie aeree e la facilità di ottenere visti turistici, stanno dirigendo i propri flussi turistici verso Parigi e Londra, piuttosto che verso l'Italia.
(di nuovo.... Alitalia, Malpensa, ... mi monta la pressione!)
Un'altra cosa che il Ministro ha detto e che io condivido in pieno è che in Italia rischiamo di rimanere esclusi dalla possibile ripresa economica, perchè rischiamo di non avere il prodotto richiesto da questo nuovo mercato globale. Qui chi si occupa di turismo deve fare un profondo esame di coscienza. Turismo per molti anni ha significato "promozione", "pubblicità" e come dice Nico Torrisi, investire nelle sagre di paese (l'ha detto al nostro convegno di Palermo).
Putroppo dobbiamo constatare che in Italia gli imprenditori più importanti che hanno calpestato la scena del turismo (ma anche di altri settori, qui però di turismo parliamo) si sono poi rivelati dei cioccapiatti. Quegli uomini e (poche) donne che avrebbero potuto e dovuto portare i turisti in Italia, erano molto più interessati alla lievitazione dei valori immobiliari che alla crescita del fatturato proprio dell'industria turistico-alberghiera.
Questo ci porta ad avere oggi una situazione deficitaria che abbiamo voluto esaminare attentamente durante il convegno di Bologna su Urban Design & Hotel Industry dello scorso 18 novembre.
Vorrei invece riferirmi ora brevemente all'intervento (ricordato da Roberta Milano) di Cinzia Renzi - Presidente Fiavet - , che si lamenta: "Con questo governo tecnico - ha osservato - speravo in un ministro tecnico, pensavo che scegliessere uno di noi, che nel settore è presente da decenni. E invece niente" Vedi...
http://www.travelnostop.com/NEWS_dettaglio.php?idArticolo=93043
Ho ascoltato l'intervento della rappresentante di Fiavet durante la Conferenza del 25 gennaio a Roma, durante la quale ha indicato come tema importante per favorire il turismo (mi scuso se sono un po' rozzo, ma ho capito e appuntato così) l'eliminazione del limite massimo di 1000 Euro per gli acquisti in contante, introdotto da questo governo per cercare di arginare l'evasione fiscale.
Si dice: i turisti stranieri sono abituati a viaggiare con i contanti in tasca, ma soprattutto i turisti italiani stanno iniziando a prenotare le vacanze (all'estero) da agenzie collocate all'estero, in Slovenia e a San Marino, dove possono tranquillamente pagare in contanti.
Sui turisti stranieri devo dire che quelli che io conosco siano essi europei, americani o anche indiani, usano e userebbero volentieri le carte di credito se non venissero frenati dalla richiesta del commerciante italiano che richiede il contante.
I miei amici stranieri quando si vedono rifiutare la carta di credito ci consuderanoi dei baluba, e quando ho visto il mio amico indiano con un rotolo di biglietti da 500 Euro, e gli ho chiesto come mai.... mi ha lasciato intendere che la sua carta oro non era sempre accettata qui in Italia.
Sui turisti italiani che - secondo la rappresentante Fiavet - andrebbero all'estero a prenotare la vacanza, credo che questo sia vero. Così come è abbastanza vero che una certa clientela facoltosa (complice anche la mancanza di neve) sta abbandonando le località di turismo invernale veneto e trentino a favore di località oltr'Alpe, con più neve e meno controlli. Quest'anno putroppo in montagna gli albergatori faranno un bagno. (Ed io, che amo la montagna, le Dolomiti che considero uniche al mondo!, e sono convinto che la nostra montagna sia un grande atout del turismo italiano, ne soffro particolarmente).
Però mi vien da chiedere: il problema del turismo, e del turismo montano invernale, è tutto legato a quelle 1000 euro di spesa massima, oppure c'è dell'altro? Ad esempio il nanismo delle imprese italiane, anche quelle alberghiere, o quelle che si occupano di incoming? Oppure la mancata comprensione di come aggredire alcuni mercati che è indispensabile aggredire, come (insisto) quello indiano su cui abbiamo scritto anni fa proprio a proposito del successo che la montagna Svizzera ha presso i giovani indiani (il mio articolo è del novembre 2007)
Io desidero davvero fare i miei auguri a questo Ministro. Perchè finalmente c'è un ministro che capisce il rapporto tra prodotto, promozione e fatturato. Che capisce che il prodotto che il settore turistico vende è l'Italia tutta intera. E quindi che se vogliamo far crescere il fatturato dal 13 al 18 bisogna EDUCARE tutti gli Italiani al rispetto del turista, perchè è un cliente di un intero paese.
Abbiamo perso tanti treni. Dobbiamo smetterla di perderli. Dobbiamo smetterla di lamentarci, di avere le palle a terra, di dire che è colpa degli altri. Ma soprattutto dobbiamo smetterla di ammirare qegli italiani furbi, che magari hanno il portafoglio gonfio, che forse non si sa bene da dove vengano i soldi, e SOPRATTUTTO non li usano per far crescere il proprio paese. Proprio perchè avendo fatto i soldi con la furbizia, non sanno fare gli imprenditori.
Un popolo di furbi e non di imprenditori.
Ma il paese cresce se ci sono imprenditori con un sogno, che lavorano duro al loro progetto, investono anche i soldi che non hanno, e danno da lavorare ai migliori e più preparati dei loro giovani. Come ha fatto uno dei migliori imprenditori italiani (non il solo ovviamente), Enzo Ferrari, in questo video intrepretato da Castellitto.
I cioccapiatti che vadano pure a Cortina a farsi una riga di neve.
http://www.turismoefinanza.it/step.jsp?page=88937
A mio parere questo ministro ha le idee chiare, e fa una diagnosi corretta dei problemi. Putroppo - ha detto - non ci sono soldi.
Ha però chiaro che l'Italia per crescere deve puntare "anche" sul turismo, ipotizzando una possibile crescita dal 13 al 18%. Inoltre sa che bisogna agire in fretta perchè il terreno perduto rispetto ai "fasti" del passato non può essere recuperato facilmente. (Ehi... qual è stato l'aumento dei padroni di cane che ha frequentato gli alberghi italiani?)
Per questo "si deve agire in fretta" (parole del Ministro) , soprattutto verso quei paesi che non hanno ancora definitivamente orientato la scelta delle destinazioni di elezione. Si pensi a Cina ed India che per svariate ragioni, tra le quali si devono annoverare l'attività delle compagnie aeree e la facilità di ottenere visti turistici, stanno dirigendo i propri flussi turistici verso Parigi e Londra, piuttosto che verso l'Italia.
(di nuovo.... Alitalia, Malpensa, ... mi monta la pressione!)
Un'altra cosa che il Ministro ha detto e che io condivido in pieno è che in Italia rischiamo di rimanere esclusi dalla possibile ripresa economica, perchè rischiamo di non avere il prodotto richiesto da questo nuovo mercato globale. Qui chi si occupa di turismo deve fare un profondo esame di coscienza. Turismo per molti anni ha significato "promozione", "pubblicità" e come dice Nico Torrisi, investire nelle sagre di paese (l'ha detto al nostro convegno di Palermo).
Putroppo dobbiamo constatare che in Italia gli imprenditori più importanti che hanno calpestato la scena del turismo (ma anche di altri settori, qui però di turismo parliamo) si sono poi rivelati dei cioccapiatti. Quegli uomini e (poche) donne che avrebbero potuto e dovuto portare i turisti in Italia, erano molto più interessati alla lievitazione dei valori immobiliari che alla crescita del fatturato proprio dell'industria turistico-alberghiera.
Questo ci porta ad avere oggi una situazione deficitaria che abbiamo voluto esaminare attentamente durante il convegno di Bologna su Urban Design & Hotel Industry dello scorso 18 novembre.
Vorrei invece riferirmi ora brevemente all'intervento (ricordato da Roberta Milano) di Cinzia Renzi - Presidente Fiavet - , che si lamenta: "Con questo governo tecnico - ha osservato - speravo in un ministro tecnico, pensavo che scegliessere uno di noi, che nel settore è presente da decenni. E invece niente" Vedi...
http://www.travelnostop.com/NEWS_dettaglio.php?idArticolo=93043
Ho ascoltato l'intervento della rappresentante di Fiavet durante la Conferenza del 25 gennaio a Roma, durante la quale ha indicato come tema importante per favorire il turismo (mi scuso se sono un po' rozzo, ma ho capito e appuntato così) l'eliminazione del limite massimo di 1000 Euro per gli acquisti in contante, introdotto da questo governo per cercare di arginare l'evasione fiscale.
Si dice: i turisti stranieri sono abituati a viaggiare con i contanti in tasca, ma soprattutto i turisti italiani stanno iniziando a prenotare le vacanze (all'estero) da agenzie collocate all'estero, in Slovenia e a San Marino, dove possono tranquillamente pagare in contanti.
Sui turisti stranieri devo dire che quelli che io conosco siano essi europei, americani o anche indiani, usano e userebbero volentieri le carte di credito se non venissero frenati dalla richiesta del commerciante italiano che richiede il contante.
I miei amici stranieri quando si vedono rifiutare la carta di credito ci consuderanoi dei baluba, e quando ho visto il mio amico indiano con un rotolo di biglietti da 500 Euro, e gli ho chiesto come mai.... mi ha lasciato intendere che la sua carta oro non era sempre accettata qui in Italia.
Sui turisti italiani che - secondo la rappresentante Fiavet - andrebbero all'estero a prenotare la vacanza, credo che questo sia vero. Così come è abbastanza vero che una certa clientela facoltosa (complice anche la mancanza di neve) sta abbandonando le località di turismo invernale veneto e trentino a favore di località oltr'Alpe, con più neve e meno controlli. Quest'anno putroppo in montagna gli albergatori faranno un bagno. (Ed io, che amo la montagna, le Dolomiti che considero uniche al mondo!, e sono convinto che la nostra montagna sia un grande atout del turismo italiano, ne soffro particolarmente).
Però mi vien da chiedere: il problema del turismo, e del turismo montano invernale, è tutto legato a quelle 1000 euro di spesa massima, oppure c'è dell'altro? Ad esempio il nanismo delle imprese italiane, anche quelle alberghiere, o quelle che si occupano di incoming? Oppure la mancata comprensione di come aggredire alcuni mercati che è indispensabile aggredire, come (insisto) quello indiano su cui abbiamo scritto anni fa proprio a proposito del successo che la montagna Svizzera ha presso i giovani indiani (il mio articolo è del novembre 2007)
Io desidero davvero fare i miei auguri a questo Ministro. Perchè finalmente c'è un ministro che capisce il rapporto tra prodotto, promozione e fatturato. Che capisce che il prodotto che il settore turistico vende è l'Italia tutta intera. E quindi che se vogliamo far crescere il fatturato dal 13 al 18 bisogna EDUCARE tutti gli Italiani al rispetto del turista, perchè è un cliente di un intero paese.
Abbiamo perso tanti treni. Dobbiamo smetterla di perderli. Dobbiamo smetterla di lamentarci, di avere le palle a terra, di dire che è colpa degli altri. Ma soprattutto dobbiamo smetterla di ammirare qegli italiani furbi, che magari hanno il portafoglio gonfio, che forse non si sa bene da dove vengano i soldi, e SOPRATTUTTO non li usano per far crescere il proprio paese. Proprio perchè avendo fatto i soldi con la furbizia, non sanno fare gli imprenditori.
Un popolo di furbi e non di imprenditori.
Ma il paese cresce se ci sono imprenditori con un sogno, che lavorano duro al loro progetto, investono anche i soldi che non hanno, e danno da lavorare ai migliori e più preparati dei loro giovani. Come ha fatto uno dei migliori imprenditori italiani (non il solo ovviamente), Enzo Ferrari, in questo video intrepretato da Castellitto.
I cioccapiatti che vadano pure a Cortina a farsi una riga di neve.