venerdì 18 dicembre 2015

Tax Credit Turismo andrebbe ripensato

Potrei iniziare raccontando dell'unica volta che chiesi un contributo pubblico per una attività nascente (oggi l'avremmo chimata start up). Era il 2003, l'idea era buona, l'investimento era (per me) "importante" (circa 160.000 Euro) e il bando provinciale ex L.11 prometteva ben il 50% di quanto si investiva.
La "mia" idea venne considerata molto promettente, così finii primo in graduatoria.
Peccato però che la logica con cui si muovono i politici sia quella di distribuire a pioggia quanti più soldi possibili, e alla fine mi erogarono solo il 19% dell'investimento (circa 30.000 € invece dei previsti 80.000 €) e questo ebbe conseguenze sulla cassa della NewCo (ricordo che mi arrabbiai molto perchè diedero ad una Società per azioni qualche migliaio di Euro per due computer).

Da quella logica non si discostano nemmeno le leggi per il Tax Credit del Turismo di cui qui esamino le graduatorie.

Digitalizzazione

Il contributo per la digitalizzazione degli hotel è stato richiesto da 1893 soggetti, ma solo 121 hanno richiesto il massimo del "tax credit" previsto dalla legge. Ci sono state moltissime richieste per importi minimi, che hanno permesso di ottenere un credito per interventi assai modesti.
Ad esempio un importante hotel di catena del centro di Milano richiede un credito di imposta di € 350,13
Così come il primo a presentare la richiesta di credito d'imposta ha richiesto 539€.
La logica del decreto è stata quella di permettere a tutti (ma proprio a tutti) i richiedenti di ottenere un minimo contributo. E alla fine sembra che una parte importante di contributi non verranno utilizzati per mancanza di domande.

Viene da chiedersi quale fosse il fine del decreto e se l'abbia raggiunto.

Riqualificazione

Oggi ho potuto vedere anche le graduatorie del Tax Credit per la Riqualificazione delle strutture turistiche.
Avevo già segnalato quelli che mi sembravano i limiti del sistema di tax credit come era stato impostato dal governo.
E immancabilmente dobbiamo verificare che le previsioni si sono confermate.

In quell'articolo infatti avevo scritto che il decreto appariva deludente perchè:

"a) prevede un limite (di 660.000 €) alla deducibilità dell’investimento che va molto nell’ottica del “piccolo è bello”, mentre le strutture che più hanno bisogno di rinnovo sono quelle più grandi
b) prevede un importo globale di operazioni finanziate a nostro parere troppo limitato in relazione all’esigenza di rinnovo che abbiamo in Italia
c) Utilizza il sistema del click day (e cioè si finanziano i primi… cento che nei primissimi minuti riescono ad prenotare il finanziamento, quando si apre la gara e la corsa al finanziamento, molto simile al Musichiere se non fosse fatto in via elettronica). Cioè prima si fanno gli investimenti e dopo si sa se si ottiene il finanziamento."


Ecco quindi i risultati:
Nel giorno del click day sono state presentate la bellezza di 718 domande (accolte). Di queste 676 (il 94%) sono state sotto i 100 mila Euro di credito richiesto.
Molte di quelle domande fatte sono state sensibilmente al di sotto dei 100 mila Euro, e ben 339 (il 47%) sotto i 10.000 Euro, il che è francamente ridicolo (non è proprio tutta colpa del governo ma anche degli imprenditori).

Solo 42 domande sono risultate superiori ai 100.000 € e di queste solo 12 (pari all' 1,6%)  per il massimo previsto dalla legge del de minimis e cioè 200.000 €.

Si noti che ben 481 domande (circa il 67%) non sono state accolte per l'intero della somma richiesta, perchè contenevano una quota eccessiva di spesa per arredo.

Considerazioni generali

Che considerazioni trarre da questa esperienza (limitata ovviamente al primo anno).

Hanno presentato la domanda tutti quelli che hanno fatto qualche lavoretto in hotel, sia esso la ristrutturazione completa come il l'Excelsior Gallia il bellissimo hotel di proprietà qatarina di fianco alla stazione di Milano (uno dei 12 colla richiesta massima) sia il piccolo hotel con richieste da 915 € o 777 €.

Il legislatore voleva, con questa norma, favorire la riqualificazione degli hotel meno belli? Ci è riuscito?
Ovviamente la risposta è no, perchè i lavori per cui si è fatta la richiesta di Tax Credit sono stati quelli che comunque sarebbero stati fatti.

Questa norma ha avuto l'effetto di produrre una crescita del settore costruzioni e arredo? Ancora una volta è evidente che la risposta sia no.

Da questa esperienza il legislatore dovrebbe trarre un paio di suggerimenti, in linea peraltro con quanto andiamo proponendo da anni.

a) Privilegiare chi fa i lavori più importanti. In questo modo si incentivano gli imprenditori che vogliono investire nell'ammodernamento delle strutture, prevedendo che la graduatoria sia stilata prima in base all'importo e poi in base all'ordine di presentazione.

b) Aumentare la quota di Tax Credit per l'investimento in arredi, questo avrebbe un effetto positivo anche sull'industria del mobile.

c) Infine si dovrebbe dare un impulso anche alle strutture che diventano più grandi, o che offrono servizi migliori. Secondo TrustYou  i clienti degli hotel milanesi che sono venuti in Italia nel periodo di Expo hanno portato a casa un sentiment negativo a causa di questi elementi, che dimostra come ci sia molto da fare per qualificare le strutture alberghiere

Chiaramente non tutti gli hotel hanno una valutazione così negativa, ma qui si mostra la media, ricavata da oltre 300mila recensioni di 270 strutture milanesi.

E nessuno se la prenda per il dato, piuttosto gli albergatori (ed i ministri) pensino a come correggere questa situazione, visto che fra quelche mese Google, pubblicherà la valutazione di TrustYou di ogni hotel, di ogni città, e di ogni destinazione.
Così i turisti, prima di prenotare, verificheranno il voto dato da una fonte credibile e accreditata, allora sì che saranno guai.

Per questo motivo da anni insistiamo perchè il governo metta al centro della sua politica di incentivi la riqualificazione degli hotel. L'ha fatto. Ora serve un po' di fine tuning per mirare meglio l'obiettivo.




























giovedì 17 dicembre 2015

Verybello @Verybello


Ricordo la polemica incredibile seguita al lancio di @verybello.
E oggi provo a controllare su Twitter.
1011 tweet dal 1 maggio.
4578 followers

This is it.
ora è chiaro che non si può sempre sparare sulla crocerossa, però pretendere un minimo di professionalità nel fare le cose con i soldi pubblici sì.