mercoledì 22 dicembre 2010

Che cosa serve veramente?

Credo che questa sia la domanda che ci stiamo facendo in molti. Detta in altro modo: dove dobbiamo investire?
E di conseguenza, ha senso investire nel turismo italiano?
Oppure, se vogliamo investire nel turismo (perchè questo è il nostro lavoro e questo sappiamo fare) dove dobbiamo investire?

Due sono i beni/servizi che "sicuramente" hanno un mercato nel presente e nel prossimo futuro.
a) Tutte quelle macchine e quei servizi che servono ai paesi a rapido sviluppo per svilupparsi meglio. Per sempificare: non le piastrelle di Sassuolo, ma le macchine che vengono prodotte a Sassuolo per fare le piastrelle. La conseguenza su Sassuolo è sotto gli occhi di tutti.

b) Tutti quei beni e servizi ad alto valore aggiunto, che possono essere acquistati dai nuovi ricchi dei paesi in rapido sviluppo.
In questa seconda categoria facciamo rientrare sia i servizi di progettazione e di costruzione di immobili complessi come gli hotel e gli ospedali, sia i servizi turistici e alberghieri propriamente detti. Tra questi ultimi sia quelli offerti sul suolo italiano per quel tipo di clienti, sia quelli che possoo essere offerti da italiani sul suolo dei paesi in sviluppo.

Auguri di Buone Feste e buon anno a tutti.

venerdì 17 dicembre 2010

CIOCCAPIATTI

Secondo il http://www.fatecreditoaiprofeti.it/video_file/glossario.htm....

"Il cioccapiatti è una figura composita, trattasi infatti di fanfarone linguacciuto che alla prova dei fatti non riesce a fare tutto quel che racconta. Genericamente può indicare anche un imbranato"

Un'altra definizione... "colui che dice e non fa. Tirapacchi" Chi promette la presenza sicura al ristorante per sabato sera, mentre ha in tasca da mesi il biglietto per Las Vegas.

Ne ho incontrati molti, alcuni sono solo dei sognatori imbranati, e pazienza, almeno non ci mettono (tanta) malizia. Altri invece sono "cioccapiatti" conclamati, che ti fanno perdere tempo sperando di ricavarne qualcosa per sè, ma mettendo su te (l'altro) il rischio dell'investimento (di denaro, ma più spesso di tempo).
La cosa grave è che si rivelano come innaffidabili. E la cosa viene scoperta con una certa rapidità.Francamente non capisco che vantaggio ne ricavino.

Ci provano, se va bene guadagnamo insieme, se va male hai speso tu.

La crisi ha aumentato il numero dei cioccapiatti, ma per fortuna ha anche reso più facile individuarli.

sabato 4 dicembre 2010

Serve ENTUSIASMO







Anche il CENSIS conferma quello che tutti noi già sapevamo, perchè bastava girare per i supermercati, le agenzie viaggio, i convegni delle camere di commercio o delle associazioni industriali, per accorgersene: manca l' ENTUSIASMO. E manca da anni.

L'entusiasmo non lo si compra in farmacia assieme alle pillole antidepressive, l'entusiasmo è un'attitudine che si coltiva tutti i giorni. Ma oramai non c'è entusiasmo nemmeno tra i calciatori che con tutti i soldi che guadagnano e tutte le ragazze che gli stanno attorno (che meriti hanno poi?) dovrebbero essere tra i più entusiasti.

Non hanno entusiasmo gli insegnanti. E nemmeno gli imprenditori, che cercano rendite certe senza rischio.(scusate) Tanti italiani hanno le palle a terra. E invece di "fare" la mattina "stanno stesi sul letto a guardare il soffitto".

Capita di incontrare uno veramente positivo ed entusiasta, e ti accorgi che ha 15-20 perfino 30 anni più di te. E ti domandi? Possibile che "entusiasti" debbano essere i "vecchi"?
La cosa davvero grave sono queli di mezza età, 40-50 enni, quelli che dovrebbero trasmettere entusiasmo ai più giovani, invece niente.
Da più di trent'anni tutto sembra costruito per stroncare la voglia di fare.Allora? Io la ricetta per me e pochi amici ce l'ho. E fra un minuto la dico.


Tutti i numeri del rapporto CENSIS dicono che la "gente" meno fa e meno farebbe. Non sto a ripeterli tutti.
Vedi qui: http://www.censis.it/10?resource_50=109151&relational_resource_51=109151&relational_resource_385=109151&relational_resource_52=109151&relational_resource_381=109151&relational_resource_382=109151&relational_resource_383=109151&relational_resource_384=109151

Io resto allibito. Mentre sto faticosamente tirando una carretta che - come per molti - mi riserva ancora più fatica che soddisfazioni, più rischio che tranquillità, più notti insonni che agi e gloria, sono qui che lavoro per un futuro più bello, più ricco per me e la mia famiglia, con idee innovative e successi imprenditoriali.

Con entusiasmo insegno ai miei figli a studiare l'inglese e la musica, oltre che essere attivi nello sport. E gli faccio leggere la storia del mendicante sul ponte del Tamigi.
Invece i discorsi che sento in giro, riguardano quasi solo la pensione.
Ma porco cane, si vive solo per poter andare in pensione? Chi ha messo in testa ai miei connazionali quest'idea?

Io dico. Se stai male hai tutto il diritto di essere aiutato, ma se stai bene devi lavorare, anche fino a 70-75 anni. Che è poi quello che ha fatto mio suocero, che è andato in pensione oltre i 70 anni.


Il mio mito è la Levi Montalcini, 100 anni e in piena attività, beata lei. E per quanto ho capito con seri problemi di cassa per il suo istituto, problemi che combatte con la forza di una trentenne. E mio padre 83 anni, con le ginocchia acciaccate, che come pensionato di lusso si occupa strenuamente della sua campagna estate e inverno. Invece i e le trentenni che prendono lo stipendio di insegnante, invece di studiare per colmare le evidenti lacune che pure si trascinano da studi vergognosamente superficiali, pensano a come tirare innanzi e arrivare all'agognata pensione.

Ma anche gli studenti della scuola, ed i loro genitori, pensano che l'obiettivo non è "sapere" ma passare l'anno. Cosa fanno tutto il giorno? Giocano con la console? Guardano le gambe delle veline?

Quelli di noi che si impegnano e vedono gli ostacoli al loro lavoro, lo sanno cosa si dovrebbe fare. A noi ci ha deluso prima Prodi e poi Berlusconi. Ma lasciamo perdere perchè l'altro 70-80% dei nostri connazionali non vuole sentire. Che vadano pure a mare: non "al mare" ma proprio "a mare" perchè sono zavorra inutile. Confesso che io lo penso quando incontro "certi" molti connazionali: tu sei INUTILE. Come i pampini della vite, lunghi e inutili.

Arriviamo a me.
Ho deciso che la mia parola d'ordine per i prossimi anni sarà INSIEME. Tutti dicono che le imprese in Italia devono diventare grandi.
Bene. Allora "insieme" dobbiamo attrarre capitali, "insieme" discutere e realizzare idee, "insieme" fare gruppo e cercare clienti particolarmente all'estero. E' quello che ho iniziato a fare e farò sempre di più, con chi vuole starci. Gli altri affari loro. "Lead, follow or get out of the way".

Caro De Rita. Le tue analisi per quanto riguarda me le hai sbagliate. Non mi riconosco.
Caro Bersani e caro Berlusconi, segnatevi questo: quelli come me non vogliono pagare nemmeno una lira per "gli altri", quelli che sono scansafatiche e vivono fissando il soffitto. Se vanno a mare non ce ne frega nulla.