mercoledì 22 dicembre 2010

Che cosa serve veramente?

Credo che questa sia la domanda che ci stiamo facendo in molti. Detta in altro modo: dove dobbiamo investire?
E di conseguenza, ha senso investire nel turismo italiano?
Oppure, se vogliamo investire nel turismo (perchè questo è il nostro lavoro e questo sappiamo fare) dove dobbiamo investire?

Due sono i beni/servizi che "sicuramente" hanno un mercato nel presente e nel prossimo futuro.
a) Tutte quelle macchine e quei servizi che servono ai paesi a rapido sviluppo per svilupparsi meglio. Per sempificare: non le piastrelle di Sassuolo, ma le macchine che vengono prodotte a Sassuolo per fare le piastrelle. La conseguenza su Sassuolo è sotto gli occhi di tutti.

b) Tutti quei beni e servizi ad alto valore aggiunto, che possono essere acquistati dai nuovi ricchi dei paesi in rapido sviluppo.
In questa seconda categoria facciamo rientrare sia i servizi di progettazione e di costruzione di immobili complessi come gli hotel e gli ospedali, sia i servizi turistici e alberghieri propriamente detti. Tra questi ultimi sia quelli offerti sul suolo italiano per quel tipo di clienti, sia quelli che possoo essere offerti da italiani sul suolo dei paesi in sviluppo.

Auguri di Buone Feste e buon anno a tutti.

venerdì 17 dicembre 2010

CIOCCAPIATTI

Secondo il http://www.fatecreditoaiprofeti.it/video_file/glossario.htm....

"Il cioccapiatti è una figura composita, trattasi infatti di fanfarone linguacciuto che alla prova dei fatti non riesce a fare tutto quel che racconta. Genericamente può indicare anche un imbranato"

Un'altra definizione... "colui che dice e non fa. Tirapacchi" Chi promette la presenza sicura al ristorante per sabato sera, mentre ha in tasca da mesi il biglietto per Las Vegas.

Ne ho incontrati molti, alcuni sono solo dei sognatori imbranati, e pazienza, almeno non ci mettono (tanta) malizia. Altri invece sono "cioccapiatti" conclamati, che ti fanno perdere tempo sperando di ricavarne qualcosa per sè, ma mettendo su te (l'altro) il rischio dell'investimento (di denaro, ma più spesso di tempo).
La cosa grave è che si rivelano come innaffidabili. E la cosa viene scoperta con una certa rapidità.Francamente non capisco che vantaggio ne ricavino.

Ci provano, se va bene guadagnamo insieme, se va male hai speso tu.

La crisi ha aumentato il numero dei cioccapiatti, ma per fortuna ha anche reso più facile individuarli.

sabato 4 dicembre 2010

Serve ENTUSIASMO







Anche il CENSIS conferma quello che tutti noi già sapevamo, perchè bastava girare per i supermercati, le agenzie viaggio, i convegni delle camere di commercio o delle associazioni industriali, per accorgersene: manca l' ENTUSIASMO. E manca da anni.

L'entusiasmo non lo si compra in farmacia assieme alle pillole antidepressive, l'entusiasmo è un'attitudine che si coltiva tutti i giorni. Ma oramai non c'è entusiasmo nemmeno tra i calciatori che con tutti i soldi che guadagnano e tutte le ragazze che gli stanno attorno (che meriti hanno poi?) dovrebbero essere tra i più entusiasti.

Non hanno entusiasmo gli insegnanti. E nemmeno gli imprenditori, che cercano rendite certe senza rischio.(scusate) Tanti italiani hanno le palle a terra. E invece di "fare" la mattina "stanno stesi sul letto a guardare il soffitto".

Capita di incontrare uno veramente positivo ed entusiasta, e ti accorgi che ha 15-20 perfino 30 anni più di te. E ti domandi? Possibile che "entusiasti" debbano essere i "vecchi"?
La cosa davvero grave sono queli di mezza età, 40-50 enni, quelli che dovrebbero trasmettere entusiasmo ai più giovani, invece niente.
Da più di trent'anni tutto sembra costruito per stroncare la voglia di fare.Allora? Io la ricetta per me e pochi amici ce l'ho. E fra un minuto la dico.


Tutti i numeri del rapporto CENSIS dicono che la "gente" meno fa e meno farebbe. Non sto a ripeterli tutti.
Vedi qui: http://www.censis.it/10?resource_50=109151&relational_resource_51=109151&relational_resource_385=109151&relational_resource_52=109151&relational_resource_381=109151&relational_resource_382=109151&relational_resource_383=109151&relational_resource_384=109151

Io resto allibito. Mentre sto faticosamente tirando una carretta che - come per molti - mi riserva ancora più fatica che soddisfazioni, più rischio che tranquillità, più notti insonni che agi e gloria, sono qui che lavoro per un futuro più bello, più ricco per me e la mia famiglia, con idee innovative e successi imprenditoriali.

Con entusiasmo insegno ai miei figli a studiare l'inglese e la musica, oltre che essere attivi nello sport. E gli faccio leggere la storia del mendicante sul ponte del Tamigi.
Invece i discorsi che sento in giro, riguardano quasi solo la pensione.
Ma porco cane, si vive solo per poter andare in pensione? Chi ha messo in testa ai miei connazionali quest'idea?

Io dico. Se stai male hai tutto il diritto di essere aiutato, ma se stai bene devi lavorare, anche fino a 70-75 anni. Che è poi quello che ha fatto mio suocero, che è andato in pensione oltre i 70 anni.


Il mio mito è la Levi Montalcini, 100 anni e in piena attività, beata lei. E per quanto ho capito con seri problemi di cassa per il suo istituto, problemi che combatte con la forza di una trentenne. E mio padre 83 anni, con le ginocchia acciaccate, che come pensionato di lusso si occupa strenuamente della sua campagna estate e inverno. Invece i e le trentenni che prendono lo stipendio di insegnante, invece di studiare per colmare le evidenti lacune che pure si trascinano da studi vergognosamente superficiali, pensano a come tirare innanzi e arrivare all'agognata pensione.

Ma anche gli studenti della scuola, ed i loro genitori, pensano che l'obiettivo non è "sapere" ma passare l'anno. Cosa fanno tutto il giorno? Giocano con la console? Guardano le gambe delle veline?

Quelli di noi che si impegnano e vedono gli ostacoli al loro lavoro, lo sanno cosa si dovrebbe fare. A noi ci ha deluso prima Prodi e poi Berlusconi. Ma lasciamo perdere perchè l'altro 70-80% dei nostri connazionali non vuole sentire. Che vadano pure a mare: non "al mare" ma proprio "a mare" perchè sono zavorra inutile. Confesso che io lo penso quando incontro "certi" molti connazionali: tu sei INUTILE. Come i pampini della vite, lunghi e inutili.

Arriviamo a me.
Ho deciso che la mia parola d'ordine per i prossimi anni sarà INSIEME. Tutti dicono che le imprese in Italia devono diventare grandi.
Bene. Allora "insieme" dobbiamo attrarre capitali, "insieme" discutere e realizzare idee, "insieme" fare gruppo e cercare clienti particolarmente all'estero. E' quello che ho iniziato a fare e farò sempre di più, con chi vuole starci. Gli altri affari loro. "Lead, follow or get out of the way".

Caro De Rita. Le tue analisi per quanto riguarda me le hai sbagliate. Non mi riconosco.
Caro Bersani e caro Berlusconi, segnatevi questo: quelli come me non vogliono pagare nemmeno una lira per "gli altri", quelli che sono scansafatiche e vivono fissando il soffitto. Se vanno a mare non ce ne frega nulla.

sabato 27 novembre 2010

L'osservatorio sulla evoluzione del patrimonio immobiliare alberghiero italiano


Abbiamo condotto due separati sondaggi, che peraltro sono ancora in corso, su che cosa è IMPORTANTE per accontentare i clienti dell'hotel.
Un sondaggio l'abbiamo fatto sugli albergatori e chi lavora in hotel, chi non ha risposto può aggiungere la propria idea. Rispondi.
http://polldaddy.com/s/AB495C598E774E9C

Un secondo sondaggio l'abbiamo fatto sugli architetti ed i progettisti.

Ringraziamo tutti quelli che hanno dedicato pochi minuti per rispondere. Ci auguriamo che i risultati possano essere utili.




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Che cosa è davvero importante? Che cosa è fondamentale per un hotel del 2020? Fondamentali sono i bagni rinnovati e le camere ben insonorizzate. Lo dice oltre il 75% di tutti quanti hanno risposto.Cos'altro? La piscina e il centro benessere. Con più del 50% delle risposte.Infine: il design e l'architettura.

Quindi la ricetta per un buon hotel (e non si scopre nulla) è: un bel hotel, con una buona architettura, un bel interior, possibilmente con piscina e centro benessere e "fondamentale" camere insonorizzate ed un bel bagno nuovo.

Questo vale anche per i progettisti che hanno sottolineato maggiormente il "design" dell'hotel, probabilmente per deformazione professionale, ma anche perchè hanno una maggiore attenzione e consapevolezza che forse non tutti gli albergatori hanno.
Un buon design fidelizza il cliente, ovviamente dopo che "funzionalmente" l'hotel non ha problemi.

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Abbiamo poi chiesto agli albergatori quanto "vale" un hotel rinnovato. Non hanno avuto dubbi: oltre il 60% ha risposto che una camera di un hotel rinnovato si vende al 20% in più di una camera "vecchiotta".

E' strano rilevare come i progettisti sembrino non comprendere altrettanto bene il valore economico di una riqualificazione perciò rispondono in minor numero a questa domanda. Gli albergatori invece che vivono giorno per giorno i commenti sull'hotel, specialmente quelli che si trovano on line su strumenti come Tripadvisor, danno una grande importanza al design e all'arredo.

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Molti albergatori che hanno risposto al nostro sondaggio hanno intenzione di fare lavori nel prorpio hotel, circa il 35%.

Ma la cosa più interessante è che ce n'è una altro 27% che li ha appena terminati, e un ulteriore 24% che non li può fare perchè deve attendere tempi migliori.

Nel complesso esce una fotografia di un parco alberghiero che in parte si sta rinnovando e che in larga parte deve essere rinnovato, e di questo gli albergatori hanno perfetta consapevolezza.

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Quali lavori prevedono di fare?

Quasi tutti quelli che rispondono includono lavori per il risparmio energetico. L'hotel è una macchina energivora, e quindi se si vuole essere competitivi ed abbassare le tariffe si deve ridurre i costi dell'energia.

Tra i lavori più urgenti sono previsti: l'arredo delle camere, i bagni, e il centro benessere.
Quando pensano di farli questi lavori? Pochi dicono "2011", molti di più nel 2012. Qualcuno nel 2013-15.

La maggioranza vede i "lavori" collocati temporalmente vicini. Ma non sono lavori già programmati. Probabilmente c'è un'attesa dovuta alla contingenza economica. Se le cose dovessero appena appena migliorare ci sarà una rincorsa al rinnovo degli hotel.

Tra i progettisti l'attenzione viene posta su "Centro Benessere" e "Risparmio energetico" ma anche "Camere e bagni".Interessante notare che per tutti il tema "ristorante" è di minore importanza, così come il tema "congressi".

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Da dove sono venute in maggior parte le risposte?Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia.Sono ovviamente le zone più popolose in termini di hotel, e quelle a maggiore vocazione turistica.
La Puglia è l'unica regione meridionale con un numero di risposte significativo.
Tra i progettisti hanno risposto di più quelli della Lombardia, Puglia, Veneto e Sicilia. Le aree del paese dove c'è maggiore fermento in termini di rinnovo del patrimonio edilizio turistico alberghiero.

domenica 21 novembre 2010

SIA Guest 60 - E' partita ben...ino


La crisi ha colpito anche la Fiera di Rimini e il sessantesimo SIA Guest, che non è un flop ma come dicevano i vecchi professori "potrebbe fare di più".

Nè poteva essere altrimenti e l'ottimo lavoro fatto dalla Fiera per aprirsi all'estero probabilmente darà i suoi frutti già l'anno prossimo quando quelli che non c'erano oggi, decideranno di esporre.
Perchè ieri alla fiera c'era molta più gente di quelli che avremmo pensato. E molti venivano da lontano, li abbiamo visti arrivare perfino a gruppi, con i pullman.

Non nei convegni, davvero assai poco partecipati, anzi nulla in confronto alle masse dello scoso anno richiamate da temi di attualità, come la vendita su internet o la presentazione del libro di Giacomo Rizzi Hotel Experience.Il discorso fiera-convegni va rivisto e ripensato.
Però la gente affollava i saloni e gli stand. Ci daranno i dati ufficiali a fine fiera. Ci daranno i dati "ufficiosi" gli amici con gli stand e ci diranno se gli affari fatti saranno più o meno degli scorsi anni.Di sicuro non si riusciva a bere un caffè per la fila alle casse. E' pur vero che di bar invece di due, nella hall di ingresso ce n'era uno solo funzionante.


Sì. Perchè i padiglioni aperti erano solo otto e non sedici come gli scorsi anni ed in questo putroppo l'immagine di quelle seracinesce abbassate era un po' triste.Però a ben vedere gli espositori inseriti in catalogo non erano molti meno di due anni fa. 535 invece di 677. Anche se... quest'anno ci sono anche tutti quelli che sono presenti nelle mostre, mentre gli anni scorsi non c'erano.


Mancavano molte aziende importanti come Schoenhuber Franchi e Pantha, Panatta Sport e Happy Sauna e Thermarium, Estfeller, ecc. ecc.
E gli stand erano in generale molto più piccoli.
Mancavano importanti espositori nell'area del contract e in quella delle attrezzature per cucina e ristorante.


Le mostre inserite nei padiglioni espositivi vanno molto meglio di quando erano espunte e relegate in propri saloni, con spreco di spazio e di denaro per chi doveva partecipare. Però: mettere tutte quelle aziende in metà dello spazio ha reso a mio parere la fiera meno fruibile.Ci vorrebbe un giusto mezzo, anche i layout vanno ristudiati.


I convegni dentro gli spazi mostra hanno visto pochissima partecipazione con via vai di gente. Non è colpa di nessuno, se non dei temi e dei relatori. Servirebbe maggiore preparazione.
I convegni di Federalberghi e di Ada, sono stati assai poco frequentati, per i temi trattati e per la scarsa presenza degli associati. Al pranzo dell'Ada ridotto ad un semplice buffet di tramezzini eravamo una cinquantina. Pochi, putroppo. Eppure oggi il tema della professionalità dei direttori d'albergo sarebbe un tema importante.


Buono, veramente buono è stato il servizio di contatto tra gli espositori e le delegazioni straniere. Un ottimo passo in avanti rispetto agli scorsi anni. Da migliorare ancora con qualche idea originale.
Il 2011 sarà il primo dei secondi sessant'anni. Auguri ad una fiera che se vuole rinascere deve fare come diceva Darwing.... those most adaptable to change will survive.

Chi avesse delle idee su cosa vorrebbe trovare ad una fiera come il Sia Guest me le scriva. Proverò a sintetizzarle per gli amici di Rimini.

sabato 13 novembre 2010

Segnali positivi dal mercato, "INSIEME" è la parola chiave

Per gli hotel le cose vanno ancora male, ma stanno iniziando ad andare meglio. La crisi è lunga (direi è stata lunga) ma i segnali di ripresa ci sono, solo che non sono omogenei e generalizzati. Così per un hotel che va bene, ce ne sono due che vanno peggio.

Adesso è il momento di essere ottimisti e iniziare a guardare in positivo al futuro.

Ecco cosa sta succedendo:

a) i valori immobiliari degli alberghi sono in netta diminuzione. Gli hotel che vanno bene, tengono le valutazioni di prima della crisi, quelli con difficoltà vengono posti sul mercato a prezzi fortemente decrescenti. A questo fenomeno contribuisce la crisi di grandi gruppi alberghieri (di gestione). Al contempo ci sono nuove compagnie e nuovi gruppi che si affacciano sul mercato, e che utilizzano il personale e gli hotel liberati dalle aziende in crisi.

b) Sia che si tratti di vecchi proprietari o di nuovi, tutti stanno iniziando a pensare che se non rinnovano il prodotto sono destinati ad uscire dal mercato. I nuovi proprietari comprano hotel nuovi a buon prezzo, oppure hotel vecchiotti con la necessità di essere rinnovati. L'attività di rinnovo e di accorpamento è destinata a crescere. L'abbiamo detto per anni che il settore era fatto da hotel troppo piccoli. Ecco la crisi serve anche favorore il processo di accorpamento;

c) Le banche sono assai poco propense a prestare soldi in generale, e al settore alberghiero in particolare, i lavori verranno finanziati solo alle aziende economicamente più solide, e questo spingerà fuori mercato quelle marginali. Questo renderà l'investimento in nel settore alberghiero nuovamente interessante nel medio periodo. Infatti ci sono di nuovo dei soldi in giro.

d) I lavori di ristrutturazione punteranno alla qualità del prodotto alberghiero senza troppi fronzoli, e alla crescita del numero di camere per unità. Secondo un'inchiesta che abbiamo condotto alcuni aspetti dell'hotel saranno determinanti, come centro benessere e piscina, la silenziosità delle camere, i bagni rinnovati, l'architettura ed il design.

Secondo il 67% dei nostri intervistati una camera di hotel rinnovato può essere venduta a oltre il 20% del prezzo di una camera non rinnovata, e ben il 41% degli intervistati prevedono di fare lavori "al più presto", molti li hanno appena finiti, mentre il 14% deve aspettare tempi migliori.

Bagni, centri benessere, ampliamenti, fotovoltaico, arredo delle camere, sono tra i lavori più urgenti da fare.

Le azioni che PLANETHOTEL.NET ha in mente per il 2011 puntano esattamente ai seguenti obiettivi:

a) fornire ai progettisti gli strumenti concettuali e tecnici per riprogettare gli hotel esistenti nel modo migliore attraverso un nuovo volume e nuovi Convegni. Se desideri proporre dei temi clicca qui.
b) offrire agli albergatori un supporto ed una assistenza nella fase di ristrutturazione del proprio hotel, assieme ad un grande gruppo di architetti e progettisti e aziende
c) segnalare alle aziende fornitrici del settore i clienti potenzialmente più interessanti
d) permettere l'incontro tra domanda ed offerta con una gamma completa di strumenti (Convegni, Marketplace elettronico, Nuovo volume, Incontri 1 to 1, Rete di segnalatori, ecc.)
e) ricerca attiva di opportunità di business all'estero ( stiamo muovendo i primi passi che sembrano molto promettenti)

Key words per il successo: accorciare la catena distributiva, key account per clienti grandi, soluzioni custom, essere e mostrarsi leader, top in mind del cliente, vendita 1 to 1, fare squadra, portare l'Italia all'estero.

Per informazioni: info@planethotel.net

sabato 6 novembre 2010

Draghi: ci vogliamo dare una mossa?

Interessante l'intervento di ieri del Governatore Draghi ad Ancona.

Ecco cosa ha detto:

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-11-05/draghi-chiede-misure-crescere-212924.shtml?uuid=AYxVKJhC&fromSearch

L'Italia «manifesta da anni una incapacità a crescere a tassi sostenuti: l'ultima recessione ha fatto diminuire il Pil italiano di sette punti». Non basta: tra il 1998 e il 2008, cioè nei primi dieci anni di vita dell'Unione monetaria, il costo del lavoro per unità di prodotto nel settore privato è cresciuto del 24% in Italia e del 15% in Francia mentre in Germania è addirittura diminuito.Questo gap crescente, dice Draghi, rispecchia essenzialmente un divario di produttività del lavoro: nei 10 anni è aumentata del 22% in Germania, del 18 per cento in Francia e solo del 3 in Italia. Ma cosa c'è dietro alla bassa produttività italiana? Draghi si affida a una definizione di Fuà a proposito del "modello di sviluppo tradivo" e sottolinea i molti dualismi del nostro sistema economico: da quello dimensionale delle imprese (per le imprese più piccole è sempre più difficile sfruttare le economie di scala e competere con successo nel mercato globale) al dualismo del mercato del lavoro, alla carenza di concorrenza nel mercato dei servizi.

Quali sono le implicazioni per il mondo del turismo?

1. Aumentare la dimensione delle imprese. Gruppi alberghieri più grandi... ma se sono proprio i grandi a subire oggi i contraccolpi maggiori della crisi? Evidente che hanno sbagliato, in che cosa? Quali sono le cose da non RI-fare?

2. Fare sistema, creare gruppi d'acquisto, e mettere in concorrenza i fornitori. Chi sta facendo qualcosa in questo senso? Ho visitato una realtà molto molto interessante qualche giorno fa: la Cooperativa Azzurra Dianese. Una vera eccellenza da studiare e riproporre in giro per l'Italia.

3. Cercare clienti all'estero che abbiano capacità di spesa, non solo portandoli in Italia, ma creando dei prodotti alberghieri all'estero che possano attrarre i clienti esteri. Qui in effetti progetti non ne conosco.

4. Rinnovare e ristrutturare l'offerta. Per questo servono capitali ingenti, ma anche idee chiare su come usarli [non come li hanno usati i nostri grandi albergatori fino al 2008] e che ritorno essi possono avere. Certo che valori immobiliari altissimi non aiutano in questo compito. Forse però l'abbiamo finalmente capito tutti che certi valori sono distanti anni luce dal vero. Ci sono gruppi stranieri che stanno entrando nel nostro paese grazie al ribasso dei valori immobiliari. E di albergatori italiani che stanno crescendo ce ne sono? Forse lo stanno facendo in silenzio e alla chetichella.

5. Pensare alle "motivazioni" del viaggio, e non solo alla destinazione, e creare hotel e catene dedicate.

6. Turismo ecosostenibile. E' un trend essenziale del futuro: terra, qualità, natura, sostenibilità, ma anche risparmio e costi gestionali contenuti. Abbiamo moltissimo da fare perchè il parco degli immobili alberghieri italiani è spesso vecchio, perfino antico.

7. Superlusso. Un altro tema da sfruttare. Non più per una nicchia di persone ma per "uno"

8. Unicità. Costruire strutture, alberghi, situazioni davvero unici, in grado di far fare un'esperienza, di farsi ricordare. Abbiamo stampato il volume Hotel Experience per mostrare cosa può fare l'architettura italiana che non è certo seconda a nessuno.

9. Proporre soluzioni integrate casa e hotel, aparthotel, time-sharing. Qui ci vogliono idee, coraggio ed ingenti capitali. Però si può fare.

Per crescere servono soldi. Molti soldi. Anche nel turismo bisogna investire oltre che nelle strutture, anche nelle persone e nella produzione di servizi. Bisogna uscire dal tran tran che era possibile con i margini alti dei primi anni Duemila.

Adesso si deve rifare i conti con prezzi calanti.
Quando nel 2000 c'è stato il changeover i prezzi sono raddoppiati in un giorno, mentre normalmente per raddoppiare ci mettevano dieci anni.
Adesso o dimezziamo i prezzi, cosa impossibile, oppure li teniamo fermi [o stanno fermi per forza] per un po' di anni. Magari non dieci, ma 3-4 anni sì.
Di tutto: valori immobiliari, prezzi di vendita delle camere d'hotel, prezzi dei ristoranti, ecc.

Allora, servono i soldi, ma i soldi si spostano da un continente all'altro con un click. Invece gli investimenti nel settore alberghiero sono molto statici, fermi per almeno dieci/quindici anni.
Perchè i soldi si fermino nel nostro settore alberghiero servono chiare politiche riguardanti il lavoro, la promozione della destinazione Italia, le tasse e la qualità dei servizi pubblici che supportano l'attività turistica. (La laundry list l'abbiamo scritta ad Agosto, chi vuole può aggiungere le proprie osservazioni) E garantire così quel ritorno dell'investimento che oggi non si riesce ad ottenere.

Ecco cosa si deve fare. E' chiaro a tutti, semplice, perfino banale. Ma quasi impossibile da veder realizzato. Ministro del Turismo, Assessori Regionali, attendiamo... attendiamo... attendiamo ma poi qualcuno di noi non vivrà abbastanza a lungo, e sprecheremo anni e vite.

lunedì 18 ottobre 2010

Gent. Dr Passera, siamo tutti d'accordo. Allora cosa si deve fare?

Cernobbio (Co), 16 ott. (Apcom) - "La disponibilità del sistema bancario, la disponibilità di Intesa Sanpaolo, è totale". Lo ha detto Corrado Passera, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, intervenendo alla Quinta Conferenza nazionale del turismo in corso a Cernobbio.

"Ci deve essere - ha aggiunto Passera - un grande impegno da parte nostra. Come banca non basta dare credito e consulenza, ma a volte bisogna mettere anche capitale. Il nostro impegno è una pratica concreta, vi assicuro che c'è".

Premesso che il turismo "è uno dei principali settori dell'economia", secondo Passera è necessario per lo sviluppo del
settore costruire una base informativa sui "turismi", le varie tipologie, perché "se non si conoscono i propri clienti, attuali e potenziali" non si creano le basi per crescere. E bisogna, ha aggiunto Passera, anche "conoscere i concorrenti".

Passera: Disponibilità sistema bancario è totale "Insopportabilmente non risolto il tema dei visti"
Per l'amministratore delegato, "continuiamo a parlare di turismo quando invece dobbiamo parlare di turismi. E sono così clamorosamente diversi e così poco documentati. Sono sottosettori del turismo che richiedono enormi
diversità di approcci". Quindi, le Regioni "hanno bisogno di una base informativa che oggi non c'è. Uno dei presupposti di un piano del turismo che permetta di capire dove andare è il sistema informativo del turismo".

Passera indica alcuni nodi ancora non risolti. "Esiste in Italia un problema di frammentazione: in taluni segmenti del turismo abbiamo un'offerta adeguata, in altre no". E "insopportabilmente non risolto è il tema dei visti. Stiamo facendoci del male non risolvendo delle cose a costo zero".

"Noi abbiamo con il turismo, che produce, si stima, il 10 per cento del Pil, la possibilità di creazione di ricchezza,
occupazione e reputazione per il nostro Paese - ha concluso Passera - ma per realizzare il Piano del turismo occorre avere la capacità di lavorare assieme, in modo corale. Capacità che ancora non c'è".

sabato 16 ottobre 2010

Dove sono i soldi veri? Ma stiamo facendo le cose giuste per uscire dalla crisi?

In un "post" di qualche settimana fa ho chiesto agli amici albergatori che cosa rende l'industria turistica italiana diversa da quella (ad esempio) inglese dal punto di vista della redditività.
http://planethotel.blogspot.com/2010/08/grandi-hotel-vs-piccoli-hotel.html

Ho ricevuto interessanti risposte, tutte incentrate su tre temi: costo del lavoro (qualcuno si è scagliato persino contro i fancazzisti), tasse, infrastrutture. Tutti fattori che riducono il margine delle aziende alberghiere.

Quasi nessuno ha fatto un mea culpa: le aziende sono piccole, mal organizzate, non si mettono assieme, isolate, ... perchè?

Eppure a me sembra che il "tema" sia quello noto, molto simile a quello che si dibatte nella piccola e media industria italiana.
I soldi, i soldi veri, non sono più in Europa e in America del Nord. Chiunque investa in borsa ti dirà che la crescita è ancora prevista lì dove ci sono i soldi, o dove i soldi vanno. Lì dove c'è la ricchezza data da materie prime che si pagano a caro prezzo, come il petrolio (Paesi Arabi e mediterranei), il gas naturale (Russia o Africa del Nord), le grandi provviste di materie prime (in Brasile), e la grande quantità di mano d'opera (India e Cina).

Quindi se si vuole partecipare a questa ricchezza si deve andare a prendere i soldi lì dove sono.In altri termini lavorare per quelle società oggi così ricche, con una crescita comunque forte, nonostante la crisi.

Per le aziende italiane significa prendere la valigia e andare a vendere i nostri prodotti in giro per il mondo.Per le imprese di costruzioni significa andare a costruire lì dove avviene lo sviluppo (ma questo mi sembra molto difficile, però non impossibile)Per l'impresa turistica bisogna portare qui i turisti, perchè le nostre coste, le nostre città e le nostre montagne è impossibile spostarle.C'è qualcuno che o sta facendo? Da solo o in partnership?

Ma c'è anche un'altra cosa da fare. L'ho detto e scritto quasi quattro anni fa: bisogna far crescere una catena alberghiera italiana che sia presente nel mondo.
Non c'è. E dopo questa crisi ci si domanda "Chissà se ci sarà mai". Sogno velleitario? Forse. Io però ci spero.

Solo così i clienti degli hotel italiani di Mumbai o Shangai, possono iniziare a pensare di stare negli hotel "italiani" anche in Italia.
Per farlo servono capitali, importanti. E gente seria che li utilizzi con un obiettivo chiaro e dichiarato. la mia convinzione è che i soldi in giro ci siano, ma anche che gli "italiani" (mi scuso per la generalizzazione) cercano più un ritorno rapido, un affare, piuttosto che un serio piano di sviluppo, che vuol dire soldi, lavoro e ricchezza per tutti quelli che partecipano.

sabato 25 settembre 2010

Tripadvisor sotto mira

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Il Guardian dice che circa 700 albergatori stanno coalizzandosi (con l'attivo contributo di uno studio legale) per chiedere a Tripadvisor di eliminare i commenti negativi sulle loro strutture.



They are just some of the 700 or so members of the hospitality business who have either committed to, or are contemplating, legal action against TripAdvisor, the world's largest travel review site, over what they regard as unfair reports.
http://www.guardian.co.uk/travel/2010/sep/24/tripadvisor-travelwebsites

E' evidente che lo strumento ha dei limiti perchè permette si fare un commento praticamente anonimo sia positivo che negativo.
Ma a mio parere non deve essere materia da avvocati a meno che qualcuno scientemente non prenda di mira una struttura per motivi diversi da quelli per cui Tripadvisor è stato pensato.

In tal caso non si deve prendersela con Tripadvisor, ma con l'amico che ti vuole male.

C'è qualche esperienza interessante da raccontare su questo argomento?

venerdì 24 settembre 2010

Troppo ottimismo

Oggi la Repubblica intervista Alberto Ramondetti, che dice quello che molti pensano
http://torino.repubblica.it/cronaca/2010/09/24/news/bancarotta_thi_intervista-7373654/

e cioè che è tutta colpa della crisi e che eventuali operazioni di bilancio non chiare servissero essenzialmente per salvare la situazione.

Ribadisco il mio augurio che Ramondetti possa dimostrare l'infondatezza delle accuse, anche se i danni creati alla sua creatura (THI e T-Hotels) sembrano davvero importanti.

L'eccessivo ottimismo degli anni 2000 ed un pizzico di imprudenza hanno fatto il resto.

Oggi ci troviamo con un numero di hotel francamente superiore al necessario, moltissimi sono di pessima qualità e sono destinati a chiudere, se non fosse che la crisi spinge il consumatore ad accontentarsi e barattare un pessimo hotel (con un pessimo servizio ) con un prezzo basso.

E questo hotel, ampiamente ammortizzato, fa concorrenza agli hotel nuovi con costi molto alti - specialmente di affitto / ammortamento.

Poi, come abbiamo scritto nel post sui costi e margini delle gestioni alberghiere comparati in Europa, il costi sono troppo alti in relazione agli altri paesi, soprattutto tasse e personale.

Alla lunga gli hotel vecchi e brutti sono destinati a chiudere.
Quelli nuovi e belli avranno successo.

Nel frattempo però bisgna sopravvivere e questo richiede risorse: un cash flow che attualmente non dà ragione a chi ha voluto scommettere sull'ammodernamento di questo paese.

Però se si vuole ottenere il raddoppio del peso del turismo sul PIL nazionale si deve continuare ad investire su strutture nuove (poche) o rinnovate (molte).

C'è un rimprovero che va fatto agli albergatori italiani, di essere "provinciali".

Io sono convinto che lo sviluppo lo si deve fare anche all'estero, mentre all'estero i nostri albergatori ci sono pochissimo, e temo che con la crisi che c'è la presenza degli hotel e delle catene italiane all'estero sarà ancora per molti anni veramente molto poca.

giovedì 23 settembre 2010

I Turin Hotels in difficoltà

La notizia di oggi ci lascia stupiti, anche se i rumors sulla catena erano molti.
Il fatto che l'hotel di Milano fosse uscito dalla catena ci aveva ulteriormente allarmato e ne avevamo scritto su questo blog a luglio.

Oggi la notizia che la magistratura sta indagando sul gruppo THI e che la dirigenza del gruppo sarebbe stata arrestata

http://torino.repubblica.it/cronaca/2010/09/23/news/arrestati_proprietari_ristorante_di_cavour-7342657/?ref=HREC1-8


Nel momento in cui si parla di investire con l'obiettivo di raddoppiare la quota pil del turismo in dieci anni contemporaneamente si vede come le aziende turistiche e gli alberghi soffrono la loro crisi più grave.

Un piano turismo in cinque punti per raddoppiare l'incidenza sul Pil dal 9,5 al 18,5%, accrescere l'occupazione del settore da 2,6 milioni di addetti a quasi 4,3 milioni e generare gettito aggiuntivo per circa 100 miliardi. E' l'obiettivo del turismo messo a punto da Federturismo, Confindustria e PriceWaterhouseCooper.Visualizza altro http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-850353/turismo-marcegaglia-piano/#ixzz10LeVAtn9

Vorrei fare i miei auguri a Ramondetti perchè possa dimostrare l'infondatezza delle accuse.

Contemporaneamente invitare a riflettere sul fatto che il turismo (ed il terrirotio italiano) è una risorsa preziosa e non può essere oggetto solamente di speculazioni finanziarie e immobiliari, ma strutturarsi per aumentare il PIL e la ricchezza del nostro paese.

domenica 29 agosto 2010

The laundry list for italian hospitality

Da: TRI Ospitality Consulting
http://www.trihospitality.com/


Un ottimo luglio 2010 per gli hotel di Londra Parigi e Roma. Con Londra che ottiene anche ottimi risultati di utile per stanza, mentre Parigi e Roma soffrono il peso del costo del personale...
... probabilmente non sono solo gli albergatori a dover riflettere sulle conseguenze della crisi ma anche il SISTEMA PAESE. Vogliamo parlarne ministra Vittoria Brambilla? Ed insieme a lei... i responsabili regionali e comunali del turismo e dell'urbanistica?

Abbiamo le idee chiare su cosa deve cambiare? Oppure aspettiamo qualche decina d'anni ancora?

Mettiamo insieme una "laundry list" per l'ospitalità italiana. Commenta questo post aggiungendo un suggerimento per il mistro Brambilla.

European Chain Hotels Market Review – July 2010

High costs hinder profitability in Rome and Paris

Rome, Paris and London are amongst the most successful hotel markets in Europe in terms of
achieved Total Revenue per Available Room (TrevPAR) but it appears that the French and
Italian capitals have to work twice as hard to achieve the same profitability as the UK capital,
according to the latest HotStats survey.
Whilst London hoteliers were achieving a profitability conversion at a gratifying 55.6% in July
on the back of an achieved TrevPAR of €250.46, Paris and Rome suffered due to high cost
levels, resulting in a much lower conversion.
For Paris in July, in addition to the abundance of tourists to the city, high demand levels from the
annual showpiece event of the final stage of the Tour de France was enough to drive a TrevPAR
of €209.84 in the French capital, which was within 20% of the level achieved by London.
However, with payroll costs at 36.2% of total revenue in Paris, compared to 20.1% in London,
the difference in profit conversion between the two markets is more than 20 percentage points, as
the French capital converted at 35.3%.
Similarly, whilst Rome achieved a TrevPAR of €223.64, primarily due to a strong performance
in the rooms department, with a room occupancy of 84.9% at an achieved average room rate of
€183.71, hotels in the city converted at just 23.2% of total revenue. With a payroll cost almost
double that of London, at 38.5% of total revenue in July, it is not hard to see why profit
conversion levels remain a challenge in the Italian capital.

domenica 22 agosto 2010

Consulenti?

Chiaccherando con un amico diciamo che i consulenti in Italia non vengono considerati.
Per forza, penso. Ce ne sono pochi di validi e affidabili. Chi ne avrebbe bisogno pensa di essere meglio dei suoi consulenti, salvo "dopo" accorgersi che avrebbe dovuto ascoltarli.
Nel settore degli investimenti nell'hospitality questo e' particolarmente vero.
Molti "soi disant" consulenti rispondono a quella vecchia definizione - peraltro ancora molto valida - che recita: "il CONSULENTE e' quello che per dirti che ore sono ti chiede in prestito l'orologio, e spesso si dimentica di restituirtelo".

Gli enti pubblici sono pieni di Consulenti che se facessero bene il loro lavoro sarebbero molto utili. Ma sono stati scelti perche' amici degli amici.

Molti anni fa facevo una consulenza di vendite e marketing ad un'azienda. Cosi' come oggi prendevo molto sul serio il mio lavoro e credevo fosse il mio dovere dire quello che pensavo.
Il titolare alla fine di una discussione tronco' il discorso dicendo "senta dr Zanini se lei e' tanto bravo, perche' non si fa la sua azienda".

Per l'imprenditore che rischia, il consulente e' quello che rischia coi soldi degli altri. Eppure il buon consulente, che studia, si aggiorna, conosce mille casi studio, puo' in pochi istanti dare un suggerimento che richiederebbe molti mesi e molte prove per essere verificato.
A proposito quella azienda di cui parlavo dopo molti anni ha sviluppato con successo alcune idee che le avevo suggerito.

Per questo quando si sente che si ha bisogno di un suggerimento o di una consulenza e' meglio affidarsi ad una societa' che sappia indicare il consulente migliore per il caso specifico e che partecipi con il proprio management a tutta l'attivita' di consulenza, meglio se mette insieme tutto un gruppo con molte qualificazioni che coprano un po' tutti gli aspetti del lavoro.

Un po' quello che facciamo noi.....


Cordiali saluti
Raffaello Zanini

martedì 17 agosto 2010

Pininfarina e la progettazione degli hotel

Credo che i signori architetti italiani dovrebbero leggere con attenzione questa notizia, non proprio recente.

The Keating Hotel by Pininfarina, the first luxury “Boutique Hotel” in San Diego, California, is a combination of Italian design with sophisticated and personalized service. Designed by Pininfarina, which expresses itself for the first time into hotel design, the Keating is centrally located in the heart of the Gaslamp Quarter in an historical building dated 1890. The 35-room, 4-floor hotel can guest up to 72 people and boasts 8 suites and an environment characterized, such as in the Pininfarina tradition, by pure, clean, ergonomic design,where breathtaking form meets function in every possible detail.

Visit www.thekeating.com

Non e' la maledizione dei 4 verdi.

E' caduto un colonnino del poggiolo della Banca Toscana a Siena, la notte prima del Palio, quello che il ministro Brambilla voleva chiudere per timore che qualche cavallo ne rimanesse azzoppato. Invece a morire e' stato il capodelegazione della citta' di Avignone, appassionato del Palio, della Toscana, e dell'Italia, come moltissimi stranieri, morto per aver scelto l'Italia per 40 anni a fila per le sue ferie.

In poche righe c'e' tutto il racconto dell'Italia degli anni Duemila, quella che ci hanno lasciato i nostri padri e che noi abbiamo solo peggiorato.

Ma la ministra non ha davvero nulla di meglio da fare o da dire? Oltre che dei cavalli perche' non si occupa seriamente di turismo?

E la banca - come tutti i proprietari di immobili anche turistico alberghieri - non ha un responsabile ed un budget per la manutenzione?
Possibile che l'evento più interessante e che attira più turisti debba essere funestato da un incidente di tale gravita'?
I tecnici comunali, i vigili del fuoco, gli amministratori condominiali, i vigili municipali, tutti quelli che rompono le palle se c'e' un documento incompleto o appena impreciso, non si accorgono, non sono responsabili sia del colonnino di una Banca(!) sia del calcestruzzo della casa dello studente all'Acquila.
Qualcuno per dignità perché non da' le dimissioni e va a zappare la terra?

In quest' Italia di inetti ed incapaci, che raggiungono posizioni di potere senza vero merito, c'e' da meravigliarsi che qualcuno esca vivo da una sala operatoria o che un ponte regga.

Se vorremo (come nazione tutta) tornare a vincere sui mercati mondiali dovremo mettere la qualita', la responsabilita', la professionalita' in cima ai nostri valori. E smetterla invece di "fidarci" degli amici o degli amici degli amici. E dei cognati (vero, Fini?)

Il dubbio pero' e': vogliamo?
O tutta la nostra società e' talmente ricca e mollemente adagiata sulle proprie PRESUNTE ricchezze da pensare che non val la pena impegnarsi?

Cordiali saluti
Raffaello Zanini

Il modo più pratico e veloce di contattarmi è inviarmi
una mail che leggo anche sul palmare.

dr Raffaello Zanini

Ristorante Terre Alte near Rimini

One of the best seafood restaurant I have ever been.

A volte capita di mangiare veramente bene. Segnalo Terrealte www.ristoranteterrealte.com

A 15 minuti da Rimini, sulle colline sopra Gambettola in località Balignano di Longiano.

Per gli amanti del pesce un must.

Dodici antipasti tra caldi e crudi. Conditi con olio indimenticabile dove i sapori originali restano tali, fissati nella memoria anche dopo settimane.

Veramente uno dei pochissimi ristoranti da dieci e lode con una buona carta dei vini e un titolare simpatico e professionale.

Bisogna prenotare perché e' cosi' frequentato che si rischia di non trovare posto.

Ringrazio Sergio che ci ha invitati perché ci ha permesso di scoprire questa vera eccellenza italiana.











Cordiali saluti
Raffaello Zanini

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dr Raffaello Zanini
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domenica 15 agosto 2010

Che fine ha fatto il T Hotel di Milano?



Sul sito dei T Hotels non si può più prenotare quello di Milano.

http://www.thotelgroup.it/prenotazioni

Facendo una ricerca on line non vi è nessuna informazione sul perchè.

E la pagina del sito che gli era dedicata è stata cancellata.

http://www.thotelgroup.it/thotel-milano

Calo dei vacanzieri nell'estate 2010

Oggi arrivano le notizie che avevamo previsto tempo fa (leggi il post Mediterraneo del 4 luglio).
Ma non serviva un genio per prevederlo, bastava parlare con la moglie che va al supermercato e con qualche amico con albergo al mare o in montagna.

Invece mi ha fatto sorridere amaramente quest'oggi al TG Regione l'amico Aureliano Bonini che è stato intervistato dal gionalista di Rai 3 per sapere come andava la stagione...
"bene, bene, bene...." diceva Aureliano.
E poi... finita l'intervista, ma ancora in onda, ha mimato il gesto di chi si asciuga il sudore dopo una faticata, come per dire.... che fatica fare un racconto positivo con i dati che ho in mano.

Il punto è che la spesa per turismo è correlata positivamente al PIL, e se l'anno scorso ha "tenuto" perchè alle ferie non si rinuncia e la crisi si sperava corta (e chi doveva perdere il posto di lavoro era "solo" in cassaintegrazione), quest'anno che la ripresa non è ancora arrivata la crisi si riflette direttamente sul consumo mondiale di turismo.



Comunque ecco la conferma.

Roma, 15 ago. (Apcom) - Meno spese per le vacanze estive: la crisi morde e gli italiani hanno tagliato del 10% contenendo i costi, scrive oggi il Sole24ore in un'ampia analisi che prende le mosse dalle rilevazioni dell'Osservatorio nazionale del turismo. A Luglio la spesa media delle vacanze in Italia è passata da 590 a 530 euro e per agosto non si prevedono sensibili cambi di tendenza; gli operatori prevedono di chiudere in ribasso rispetto al 2009. Tra i settori più sofferenti c'è quello balneare italiano. La ricerca di soluzioni low cost ha privilegiato località del mar Rosso e di altri paesi del Mediterraneo rispetto all'Italia. In difficoltà sul territorio nazionale anche l'agriturismo dopo anni di crescita. Il mercato deell'affitto delle case-vacanze ha registrato una contrazione fino al 15%. Resistono invece la montagna e le città d'arte grazie all'afflusso dei turisti stranieri. La durata media della vacanza degli italiani si è contratta di mezza giornata. E anche chi non si è mosso da casa non se la passa troppo bene: la spesa per il tradizionale pranzo di Ferragosto viene data in calo del 4%.

sabato 7 agosto 2010

Acqua in bocca di Camilleri e Lucarelli


E noi italiani ci lamentiamo ... siamo dei geni, davvero, e nel mondo nessuno ci fermerebbe, se non fosse che:

- da qualche anno (venti? trenta?) preferiamo la furbizia del piccolo cabotaggio ai grandi obiettivi fatti di lavoro duro e obiettivi saldi.
- ci fidiamo solo di noi stessi e non facciamo gruppo, invece nel mondo globalizzato vincono i gruppi e le joint venture... questo tema si lega al primo: possiamo fidarci di un furbetto qualsiasi?
- siamo geniali e studiamo poco. Invece bisogna studiare, leggere, partecipare a corsi di aggiornamento, utilizzare proficuamente i consulenti... ma non frequentare i furbetti.

Un vero grande plauso a Camilleri e Lucentini, un'idea straordinaria quella di mettersi INSIEME e far diventare questo libretto "Acqua in bocca" il best seller dell'estate.

Invito gli imprenditori, ed i professionisti italiani a seguire l'esempio.
Che non significa perdere il controllo della propria creatura, anzi, ma inventare cooperazioni che diano un risultato maggiore della somma delle parti.

Ovviamente oggi ho comprato questo libretto e lo leggerò durante le vacanze.



sabato 31 luglio 2010

La CEI contro tutti?

CITTA' DEL VATICANO, 31 LUG - Un paese 'senza classe dirigente'. Cosi' la Cei descrive l'Italia che, affermano i vescovi, vive un momento 'drammatico'. L'analisi e' contenuta nel documento base della prossima 'Settimana sociale' promossa in ottobre dalla Conferenza episcopale a Reggio Calabria. Nel documento di parla di 'un paese senza classe dirigente, senza persone che per ruolo politico, imprenditoriale, di cultura, sappiano offrire alla nazione una visione e degli obiettivi condivisi e condivisibili' (ansa).

L'Italia è agli occhi della CEI un paese senza dirigenti.

Non sono così pessimista. Penso anch'io che in giro ce ne sia poca di gente con la schiena dritta, con una visione da proporre, principi etici e morali rigorosi, con idee che vanno al di là del semplice tornaconto personale.
Però ce n'è!
Fino ad oggi poteva sembrare che l'avessero sempre vinta gli "altri", da 30 anni e più. I soliti furbi.
Ma i furbi non potrebbero prosperare senza le idee, il lavoro, e anche i soldi di quelli che hanno un'idea, lavorano con costanza, e con rigore. E proprio per questo sono un po' allocchi e vengono fregati dai soliti furbi.

I furbi non hanno idee, non sanno realizzarle lavorando, non hanno nemmeno i soldi perchè li chiedono alle banche che spesso glieli danno... perchè hanno avuto successo e sono furbi.

Adesso basta lamentarsi. Su le maniche e lavorare, che non c'è nessuno che te lo fa il lavoro.
Il re è nudo. Non è vero che non si può avere successo senza i furbi. Quelli stanno sparendo come neve al sole ( i Burani ad esempio) ed invece noi qui fermi, solidi, nei nostri scarponi usurati dalle faticose camminate in montagna. Avanti.
Testa alta, schiena dritta. E farsi valere.

domenica 25 luglio 2010

Lusso

Riflettere sul lusso.
Come sono o come dovrebbero essere gli hotel di lusso?
Eppoi che cosa del lusso può entrare anche negli hotel dal lusso accessibile?

Diamo per scontato che il servizio ed il personale siano adeguati. Ma la struttura come deve essere?

Prima di tutto la "destinazione" deve essere esclusiva. Un hotel esclusivo in una destinazione non esclusiva non ha proprio senso.
Ovvio? Non completamente.
Tirem inanz.

Poi la "vista". Camera con vista esclusiva. Dal bar si gode di una vista unica. Si cena a lume di candela. Guardando il mare calmo, la grande montagna innevata, la piazza col monumento principale della città.
Poi lo "spazio". Lusso e' sinonimo di grandi spazi. I più lussuosi hotel del mondo sono grandi. Le suite raggiungono facilmente le migliaia di metri quadrati. I saloni sono ampi. Il parco si misura in centinaia di ettari.
In modo particolare in Italia dove lo spazio e' poco trovare spazi grandi e' difficile.

Altro fattore e' il "silenzio" la tranquillità', la riservatezza. Che fanno il paio con una ridotta densita' di ospiti e con gli spazi ampi. La progettazione deve far sentire l'ospite come in un luogo abitato ma non affollato. Importanti diventano fattori come l'insonorizzazione dei locali e la fonoassorbenza dei materiali.

Altri elementi del lusso sono oggetti che non ci sono nelle case normali. Il camino, il fuoco, anche all'esterno, sulla spiaggia, sulla neve. L'acqua. L'acquario con i pesci vivi in ogni stanza. Trasmettano tranquillità.
L'aria fresca pulita ossigenata con un uso accorto dei profumi.
Un giardino impeccabile che entra dentro l'hotel. Il giardino d'inverno. Le piante belle e ben tenute nella hall ma anche nelle stanze.

Poi oggi e' lusso non vedere la lamiera delle automobili che devono essere ben nascoste. Qualunque albergatore conosce il fastidio di un'auto o di un pullman acceso sotto le finestre delle camere.
Quando si arriva in un hotel di lusso le auto non si devono vedere.

Anche il centro benessere deve trasmettere la calma tranquillità dell' essere bene e non una condizione di mal essere.
Il lusso e' un'atmosfera rarefatta, tranquilla, privata, esclusiva. Per il singolo ospite come se in quel momento fosse solo al mondo o al più in due.

Per questo e' bene portare la SPA dentro la camera.
Il bagno si allarga e si separa, la zona del biologico viene espulsa, la zona del bagno si amplia, ha la doccia grande per due, la vasca grande con l'idromassaggio, la cabina sauna.

In camera si possono ricavare spazi per i massaggi o la ginnastica.

Lusso oggi e' anche poter stare con i propri figli mantenendo pero' la privacy.
Anche la camera si allarga. Diventa un appartamento. Le vacanze sono anche un momento per stare assieme e coltivare l'amore della famiglia e l'amicizia.

Tra i colori il "bianco" e' certamente quello più adatto. Non solo e' pulito ma sembra pulito.
I colori scuri sono "eleganti" ma hanno il difetto di sembrare "non puliti" e di fatto a volte non lo sono.

Belli i colori tenui. Naturali. Panna, nocciola. Classici.

I colori forti, accesi, colpiscono ma in poco tempo stancano.

In un hotel di lusso non può mancare l'arte. Quadri alle pareti. Mostre temporanee. Oggetti. Multimedia.
Zone dove proiettare film il cui sonoro sia udibile solo in certe aree senza disturbare il resto degli ospiti.

Questo e' un discorso lungo. Che riprenderemo.
Cordiali saluti
Raffaello Zanini

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dr Raffaello Zanini

domenica 18 luglio 2010

I metalmeccanici scendono in piazza e salgono in borsa.

La borsa - le borse - stanno lentamente uscendo dalla crisi. L'economia no.
Le aziende (anche quelle turistiche) hanno ridimensionato i costi, ridotto il break even, ricominciato a vedere qualche piccolo utile, MA la crisi dell'economia continua con - solo in Italia - quasi un milione di disoccupati in più.
Vuol dire meno consumi, anche meno consumi turistici.

I servizi turistici hanno prezzi decrescenti, oppure sono venduti persino a prezzi comunque elevati, ma in quantita' inferiore, vengono prodotti con meno personale, e quindi con qualita' inferiore - che rasenta il disservizio.

Alla fine di questo ciclo avremo migliaia di aziende turistiche che verranno espulse dal mercato. Chiuderanno e resteranno chiuse per parecchio tempo.

I proprietari degli immobili tenteranno decine, centinaia di trattative di vendita a prezzi inavvicinabili secondo i Business Plan studiati a valori 2010 (e non più a valori 2007). Andranno tutte a monte.
Tutto questo avrà conseguenze importanti sulla qualità urbana di intere zone del Paese.
Per questo ha fatto bene la regione Sicilia a indirizzare il contributo pubblico verso il rinnovo delle strutture turistiche esistenti.

Bisognerebbe mettere intelligenza ed innovazione per favorire il rinnovo urbanistico di intere zone turistiche. Coinvolgendo esperti di gestione alberghiera, architetti e designers, esperti di finanza.


Cordiali saluti
Raffaello Zanini

domenica 4 luglio 2010

Mediterraneo

Sicurezza. Sicurezza. E sicurezza. Poi costo di viaggio contenuto. Comodita' di strutture buone o "abbastanza" buone al mare. Infine in pole position - davanti a tutto e a tutti - la montagna.

Estate 2010 quasi tutto esaurito a budget dimezzato grazie all' Advanced Booking (a gennaio - febbraio) e al Last Second (2 giorni prima di partire).

Il riequilibrio del dollaro rafforza le destinazioni italiane e europee. Ma anche il Mediterraneo va bene (anche se per i più timorosi la sicurezza lascia a desiderare).

E poi viva la montagna, perche' se il mare e' quasi fungibile, di Dolomiti ce n'e' una sola al mondo.
E gli americani che andavano in Florida e nel Golfo del Messico dove si sposteranno?




Cordiali saluti
Raffaello Zanini

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dr Raffaello Zanini
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giovedì 10 giugno 2010

I valori degli immobili alberghieri torneranno a crescere

Oggi 10 giugno abbiamo partecipato ad un interessante convegno organizzato da AICA durante la fiera EIRE, a Milano.
C'era un'aria piuttosto mesta, perchè le cose non vanno bene. Così come c'era un'aria ancora euforica alla fine del 2007 quando le cose invece si stavano mettendo male.

Ricordo benissimo a settembre 2007, un mio partner, che lavora in una banca privata inglese, dirmi che non riusciva a chiudere più le operazioni che prima faceva in un mese, perchè "le banche non si fidano più le une delle altre".

Poi, un anno dopo, la crisi.

Oggi mi sento di poter dire che invece le cose fra 24 mesi saranno diverse, in positivo, per tre motivi.

a) Negli ultimi due anni si è completata la costruzione dei nuovi hotel che erano stati programmati. Altri si stanno completando a rilento. Nuovi hotel in vista non ce ne sono.

b) La crisi sta facendo pulizia sia di hotel vecchi che di hotel nuovi. Peccato vedere quello spreco di risorse. Mi sono laureato in urbanistica 30 anni fa e in trent'anni una vera programmazione del territorio non si è mai fatta. Comunque. Hotel bruttarelli e vecchiotti (obsoleti) usciranno dal mercato perchè oggi allo stesso prezzo puoi dormire in un 4 stelle nuovo. Hotel nuovi sbagliati dovranno essere segnati a perdita.

c) Il turismo tornerà. In 24 mesi ci ritroveremo tutto il turismo che avevamo previsto e che non abbiamo ancora ricevuto... indiano, cinese, russo, brasiliano. Se qualcuno prende la valigia e va a cercarlo, e se gli albergatori si attrezzano in termini di cultura e di servizi per accoglierlo.
Però tornerà.

Quindi le aziende alberghiere torneranno a fare utili, dopo la riorganizzazione dei costi imposta dalla crisi. Saranno in grado di pagare affitti crescenti ed i valori immobiliari torneranno quelli precrisi. Ovviamente non di tutti gli hotel, di quelli che ce la faranno.

Quindi sono e resto ottimista.

lunedì 7 giugno 2010

Investitori confusi

Lo scudo fiscale ha certamente liberato risorse prima chiuse nelle gabbie svizzere o monegasche.

Cento miliardi di Euro che oggi potrebbero trovare una collocazione in Italia.

Ipotizzando una media di 5 milioni per investitore, immagino vi siano almeno 20mila persone che si stanno chiedendo dove investire nel migliore dei modi il proprio capitale.

Tra le possibilita' c'e' anche l'investimento nel settore turistico alberghiero.
Con le seguenti avvertenze.

1. Investire per ottenere una rendita "certa" (oggi si parla del 6%) e' difficile perche' i valori immobiliari restano elevati, nonostante il calo della redditivita' dell'attivita' alberghiera.

2. Molto meglio allora investire anche somme relativamente piccole in fondi con un portafoglio ampio di beni, che garantisca una redditivita' media, con un rischio contenuto grazie alla diversificazione.

3. Nel caso si voglia acquistare un immobile alberghiero o avviare una iniziativa nuova, suggerisco (perche' io la preferisco) di prevederne la gestione diretta attraverso una societa' di management. Si ottiene cosi' un'alta remunerazione del capitale riducendo il rischio di una gestione non professionale.

4. Per ottenere una redditivita' più elevata, tipica delle operazioni di sviluppo, e contemporaneamente contenere il rischio diversificando, starebbe bene investire in fondi che si occupano esattamente di questo.

5. Per quanto riguarda le zone geografiche ove investire ne ho scritto altre volte (India, Brasile, Dalmazia, Montenegro in primis). Per restare all'Italia, certamente restano molto ambite Milano e Roma (con prezzi comunque elevati) eppoi molte aree turistiche - a molti piacciono la Puglia e la Sicilia.

6. Si tratta di capire come evolveranno i gusti dei viaggiatori e le attrattivita' delle destinazioni.
Andando per forza riducendosi i clienti L (lusso), nel prossimo futuro due sono i gruppi che aumenteranno il consumo turistico. I clienti della fascia alta che richiedono un ottimo prodotto (5 o 4 stelle superior) al prezzo del 4 stelle, data la crescente concorrenza. E i clienti Low Cost.

7. Insisto da un po' di tempo sulla necessita' di captare il turismo cinese, brasiliano e specialmente indiano. Mi auguro che i nostri governanti e dirigenti di catena si stiano attrezzando.

8. In modo trasversale c'e' poi tutto il tema della sostenibilita', del contenimento dei costi soprattutto energetici degli hotel (green hotel, ecolabel, ecc). Anche su questo l'Italia appare in ritardo.

N. B. Io resto molto positivo sul turismo italiano. E' uno dei settori che naturalmente costituiscono un volano delle attivita' economiche. Dovremmo pero' avere un'ottica di maggiore programmazione e coordinamento. Lo dicono molti. Ora bisogna farlo.
Cordiali saluti
Raffaello Zanini

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dr Raffaello Zanini
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sabato 22 maggio 2010

Contro l' Inter

La notizia di oggi parla di Inter, che stasera si batte contro il Bayern Monaco.
Sembra - ce lo dicono i giornali fatti da giornalisti sempre meno credibili - che una parte del pubblico italiano invece di tifare per la squadra italiana tifi CONTRO.

Era già successo qualche settimana fa quando i laziali tifavano contro la LAZIO e a favore dell'Inter perchè così .... la ROMA avrebbe perso lo scudetto.

Credo sia ora di finirla di tifare contro... ma di iniziare a tifare pro.

Il mondo è popolato da animali (economici) sempre più grandi, e se noi italiani non iniziamo a fare squadra probabilmente verremo mangiati in un sol boccone.
Fonti certe mi raccontano che in questo momento di crisi ci sono gruppi esteri che stanno comprando pezzi dell'economia nazionale a prezzi di saldo.

Mi chiedo... e poi? Che futuro avranno i nostri figli ed i nostri nipoti?

Quindi è davvero ora di ricominciare a pensare al "gruppo" al "team", delle aziende italiane o delle aziende europee, per andare alla conquista dei mercati.

India, Brasile, Russia, ma anche posti meno citati e comunque in crescita: basti pensare al Vietnam.

Noi italiani abbiamo delle eccellenze che nessuno riesce a copiare.
Però in un gioco di squadra non c'è spazio per i furbi, invece molti degli italiani sono "furbi", hanno avuto successo in quanto "furbi".

Ecco perchè è più difficile. "Furbo" è chi ti convince e sotto sotto ti frega. Ma se lo scopo del team è "vincere" con un competitore estero, allora nel team i furbi sono un freno al successo del gruppo.

Il progetto HOTEL EXPERIENCE continua. Dall'anno prossimo potremmo pensare a portarlo all'estero. Senza furbi.

domenica 2 maggio 2010

Guardare all'India

Guardiamo a sud est.

Nel novembre 2007 ho scritto l'articolo che è poi stato pubblicato su un paio di riviste. Parlavo delle opportunità di lavoro in India sia per chi investe in immobili sia per chi lavora nel turismo.
Inascoltato.
Certo in quel momento il mercato interno europeo andava ancora bene, gonfiato dalla speculazione finanziaria, da investimenti senza basi, da banche che non facevano il loro mestiere.

Però c'è da dire che anche i nostri imprenditori del turismo erano piuttosto fermi.

Forse ora di fronte alla botte che il mercato sta riservando loro hanno iniziato a muoversi.

Anche noi abbiamo iniziato a farlo.

Proprio pochi giorni fa abbiamo ricevuto nei nostri uffici il titolare ed i project manager indiani che si stanno occupando della costruzione del secondo di 5 Le Meridien in India, tutti di loro proprietà.

Il resoconto dell'incontro con la foto ricordo lo si trova qui.

Vediamo che passi in avanti riusciremo a fare.

Il prossimo step è organizzare un piccolo gruppo di aziende che vogliano presentarsi assieme sul mercato mondiale.

Chi vuole partecipare?

domenica 18 aprile 2010

Un nuvolone islandese blocca tutto

Anche noi di PLANETHOTEL.NET siamo stati colpiti dal nuvolone generato dal vulcano islandese, dal nome impronunciabile.
Aspettiamo per domani dei clienti dall'India, ma non arriveranno per via degli scali aerei chiusi.
Bisogna prenderla con filosofia?

Ieri a Venezia un "professore" ha detto quello che a noi immodestamente era chiaro da tempo: il settore MICE in caduta libera, il "business" in contrazione, specialmente di prezzo, il "leisure" americano e giapponese in crisi.
Il resto del leisure, specialmente italiano ed europeo tiene.
Bisogna guardare ai vecchi mercati europei in modo nuovo e ai nuovi mercati (India, Brasile) prendendo in mano la valigia e andando a cercare nuovi clienti.

Nuvoloni sul turismo e qualche sprazzo di sole.

venerdì 2 aprile 2010

Buona Pasqua

Auguri di Buona Pasqua.
In milioni se ne vanno per le autostrade cercando il modo di fare qualche giorno di ferie e spendendo poco.
C'è la crisi. Mi sembra che picchi piuttosto duro. Cosa fare allora?
Qualche milione di italiani si è dovuto fermare, stendersi sul letto a guardare il soffitto. Si aggiungono a quelli che sono fermi da sempre non perchè la natura non li abbia dotati, ma perchè pensano che uno stipendio gli sia dovuto.
Invece ci sono milioni di italiani che hanno oramai capito che lo stipendio non è un dovere darglielo.
Poi ci sono i signori imprenditori. Quelli che sono ricchi. Cosa fanno? Temo stiano facendo come i disoccupati. Stanno stesi sul letto a guardare il soffitto. Spero di sbagliarmi.

Ora secondo me è meglio che ci alziamo tutti a lavorare alla mattina, a fare qualcosa, perchè se prendiamo l'abitudine di non fare niente ci troviamo molto molto dimagriti.

C'è tutto un mondo da scoprire, e mi sembra che i signori imprenditori italiani siano assai impreparati. Io comunque mi alzo e lavoro... speròm.

sabato 6 marzo 2010

Roma. Pantheon, cultura e turismo ostaggi dell'orario di chiusura

Ecco cosa è successo a Roma qualche giorno fa.






Da Il Corsera del 5 marzo. (GUARDA IL VIDEO) "Quattro minuti di troppo e il concerto al Pantheon viene bruscamente interrotto, perché il monumento chiude tassativamente alle 18. E’ accaduto domenica a Roma, dove il quintetto russo Bach Consort si apprestava ad eseguire l’ultimo movimento di Vivaldi quando è stato interrotto dalla custode della struttura che ha fatto cenno di fermare la musica. "

Mi chiedo

1) chi è reponsabile ( e cioè chi ha l'autorità delle decisioni e ne paga le conseguenze?) di quanto è successo e quanto succede tutti i giorni in tutte le amministrazioni pubbliche? In altre parole, c'è un dirigente che ha preso la decisione di chiudere oppure la signorina ha applicato pedissequamente un regolamento?

2) quando accadrà mai in Italia che chi fornisce un servizio pubblico si renderà conto che quelli che ne fruiscono sono i suoi "clienti", quelli che - in definitiva - gli pagano lo stipendio?

3) vista la stretta interrelazione tra servizi offerti dall'ente pubblico e economia del turismo, quali passi intende fare il Ministro del Turismo affinchè fatti come questo non debbano rappresentare una pubblicità negativa per il "Prodotto Turistico Italiano"?

domenica 28 febbraio 2010

...so che è stato escluso non per valutazioni tecniche.

Sto leggendo sul giornale di oggi una breve intervista con Arianna Fontana, medaglia di bronzo (una delle tre!) in short track (fondo) a Vancouver.
Parla (male) della squadra azzurra. Ingrata? Sembra che anche tra atleti ed allenatori del fondo ci sia quella italica abitudine di far andare avanti quello che ti è "simpatico", l'amico dell'amico, ... e non badare al solido (chi è il più bravo?).
Proprio ieri a tavola mi raccontavano di ingiustizie simili patite in altri sport da amici e parenti dei miei commensali, come se fosse la norma. Se la meritocrazia non c'è nemmeno nello sport, e (sembra) non c'è nemmeno in ospedale, ecc. ecc. come pretendiamo noi italiani di fare prodotti e servizi che competono sul mercato mondiale?

sabato 27 febbraio 2010

Che rendimenti dà l'investimento in un albergo?

Ho parlato con un amico di Roma, direttore d'albergo. Dice: se si deve credere a quello che si sente in giro, noi "teniamo" rispetto agli "altri". Certo mancano gli americani ed i giapponesi. I cinesi hanno budget risibili. C'è qualche brasiliano in più.
Le Rates sono in calo. Calano rispetto al 2008, che era già calato rispetto al 2007.
L'amico di Milano conferma. La città sta piano piano riprendendosi.
Qualche maggiore interesse per gestioni e l'acquisto di hotel nella capitale economica d'Italia lo sentiamo anche noi. Stiamo cercando hotel sia a Milano che a Roma. Ma anche in zone turistiche in gestione.
Però... la provincia è ancora in calo.

Da qualche giorno iniziamo a ricevere telefonate e domande per una consulenza su come ristrutturare il vecchio albergo, o comprarne uno. Mi sembra che ci sia del movimento. Probabilmente lo scudo fiscale sta funzionando: per chi ha disponibilità liquida, i nostri clienti ci propongono soluzioni di investimenti a reddito sicuro e soluzioni di sviluppo. E' innegabile che nel turismo (come dappertutto in Italia) servono soldi, per migliorare, rinnovare, rendere appetibile il prodotto italiano.
Il mio amico dirigente di banca mi dice che hanno molta liquidità, la sua direzione vuole aumentare gli impieghi. Gli parlo di un progetto immobiliare alberghiero e scuote la testa... no, loro quelle cose non le fanno.
Invece uno dei più importanti istituti di credito italiani sta facendo uno studio pilota nella zona di Taormina. Interessante. Attendiamo i risultati.

Un fondo mi chiama e chiede oggetti a reddito, investe solo con rendimenti superiori al sette/otto percento.
Mi domando: il settore alberghiero riesce a dare questi rendimenti? Ma specialmente a quali condizioni?