sabato 22 febbraio 2014

Progettare - Chi fa da sè, fa per tre e... sbaglia

Incredibile.

In Italia ci sono ancora costruttori ed albergatori che per farsi disegnare l'albergo, o per farlo ristrutturare chiamano l'architetto senza farsi affiancare da una società di consulenza.
Ci sono degli architetti che hanno progettato parecchi hotel e questo li rende più esperti di altri, ma meglio avere al fianco un consulente che abbia una visione approfondita dell'operatività quotidiana in hotel e degli effetti che la progettazione avrà su clienti e dipendenti dell'hotel.

Non tutti i consulenti sono ugualmente bravi, ma ciascuno è meglio di nessuno. Il massimo è ottenere il supporto di un pool di consulenti coordinati da un capoprogetto. E' quello che facciamo noi.

Avere uno sparring partner che ti indichi i punti critici del progetto, può far risparmiare soldi in fase di costruzione e in fase di gestione.

Gli imprenditori che credono di poter far da soli solitamente pagano salate le conseguenze della loro presunzione, giacché modificare un progetto in corso di costruzione costa molto, espone a nuovi errori dovuti alla fretta, e fa rallentare i lavori che non verranno conclusi nei tempi previsti.

Ora qui non voglio raccontare gli orrori che vedo nei progetti dove mi hanno chiamato, diciamo che in generale riguardano:

- misure e layout delle camere che non sono adeguate al target di clientela prevista.
- percorsi del personale e dei clienti
- dimensioni inadeguate di corridoi e di locali
- scelte in materia di impianti
- soluzioni tecniche relative alle cucine

Non esiste architettura senza vincoli, per questo progettare è difficile, richiede esperienza e intuizione innovativa. Ma richiede anche di conoscere "tutte" le soluzioni che il mercato offre in questo momento.

Ed è per questo che quando possiamo indicare noi il progettista di un intervento, proponiamo alla committenza un progettista (meglio un team) che sia contemporaneamente molto creativo ma al contempo permetta il confronto e la critica.

Come ogni attività di "prevenzione" è meglio iniziarla al più presto, senza attendere di "aver gettato" i pilastri. Se dovete ristrutturare l'albergo o volete costruirne uno nuovo chiamateci subito appena avete l'idea di farlo.





sabato 15 febbraio 2014

La competitività del turismo italiano

E' uscito il nuovo report sulla The Travel & Tourism Competitiveness Report 2013 . Come sempre interessante.
I dati relativi all'Italia non sono cambiati molto da un anno all'altro, anche se sul totale dei paesi abbiamo guadagnato una posizione.

Siccome siamo in mezzo ad una crisi di governo ho provato a leggerlo come se dovessi trarre spunto per un programma di azioni da fare per il turismo.

Vorrei però iniziare dai punti di forza dell'Italia, che sappiamo ma che è bene ripetere:
a) L'Italia è prima (al mondo) per numero di camere per l'accoglienza dei turisti.
b) Ha un sistema sanitario ottimo
c) E risorse culturali e naturali straordinarie.



Che cosa rende il nostro Travel and Tourism meno competitivo di molti altri paesi?
Basta scorrere il rapporto e andare alla pagina 207 e si ricavano queste indicazioni pratiche anche per un'azione di governo.

Anticipo che sono cose che sappiamo tutti, e che c'è da rabbrividire a vederle ripetere da almeno 20 anni, inutilmente.

Prima di tutto il Raporto segnala che l'Italia è davvero scarsa in tema di regole.
Questo ha l'effetto di essere 115° in graduatoria per presenza di investitori stranieri, 135° per la trasparenza di regole, e 122° per le regole che impattano i Foreign Direct Investments.

Qualunque intervento su norme e burocrazia è quindi benvenuto.

Secondo il rapporto citato l'Italia non si occupa in modo coerente di "Sostenibilità dello sviluppo turistico" (dove risultiamo 119°) con buona pace del Ministro dell'Ambiente; inoltre ha un problema serio di "Criminalità".

Questo vuol dire che nonostante le molte norme che ogni architetto conosce, nonostante i vincoli, ed i laccioli, nonostante quindi un apparente impegno che moltiplica la farraginosità burocratica del fare, nonostante tutto questo non si ottengono risultati positivi in tema.

Dove il Turismo Italiano va male è il Marketing (risultiamo 116°)  e l'importanza assegnata dal governo al tema (solo 96°).
Qualunque operatore del turismo ha questa consapevolezza.
Per far diventare il turismo un tema centrale dell'azione del Governo a mio parere si deve mantenerlo nella disponibilità della Presidenza del Consiglio e delegarlo a persona influente, non certo ad un personaggio minore come sono stati i Ministri del Turismo degli ultimi 8 anni, per chi non li ricordasse: Rutelli, Brambilla, Gnudi, e Bray.
Contemporaneamente si deve proseguire nella riforma dell' ENIT, soprattutto intervenire sulla promozione on line, ma di queste cose amici più esperti ne parlano quotidianamente.

Dove invece l'Italia è assai scarsa è nel trasporto, sia di terra (siamo al 110° posto) sia aereo: siamo al 67° posto per infrastrutture aeroportuali, ma ben 81° per  la partecipazione ad un Network Aereo Internazionale. Risentiamo molto della crisi Alitalia, delle scelte errate fatte su Malpensa.

Ho lasciato per ultimo un tema che mi sta a cuore e che è forse quello che il governo dovrebbe mettere tra i primi provvedimenti da prendere.

L'Italia è 95° nell' Hotel Price Index, 120 nel Purchasing Power Parity, 137° per le tasse del settore turistico.

Provo a dire in modo diverso qual è il problema.

A fronte di un numero di camere d'albergo assai elevato, che ci fa essere la prima nazione al mondo per il rapporto camere su popolazione, abbiamo anche un'industria turistica poco competitiva, con prezzi elevati rispetto al prodotto, sia perché i prezzi sono alti, ma soprattutto perché il prodotto che noi proponiamo non è sufficientemente qualificato per il prezzo richiesto.

Questo spiega la graduale ma costante discesa dell'Italia nelle classifiche del turismo internazionale, che ha effetti anche sull'occupazione. Va infatti ricordato come il turismo sia un'attività Labor Intensive, per cui il suo sviluppo ha effetti positivi sull'occupazione.

A p. 63 del rapporto cui rimando, si legge:

Travel & Tourism (T&T) is one of the leading job creators in the world. The industry employs more than 98 million people directly,1 representing over 3 percent of all employment. When indirect and induced impacts are included, the industry contributes to around one in every eleven jobs worldwide.

Ma occupazione e formazione sono fortemente interrelate.
Ancora una volta su questi temi l'Italia risulta quasi ultima.
121° come Extent of Staff Training (vuol dire che i nostri competitor offrono una educazione migliore agli addetti del turismo, e lo si nota quando si visitino gli hotel ed i ristoranti italiani, in raffronto con quelli stranieri); e siamo 132° per Hiring and Firing Practices: anche questo aspetto rende il nostro paese poco competitivo, sono certo che Matteo Renzi con il suo Jobs Act voglia intervenire anche in questa materia.

Come si nota il tema "TURISMO" ricopre molti diversi fattori ognuno influenzato da politiche pubbliche diverse, richiede quindi che sia gestito da un Ministro con competenze interdisciplinari, che possa quindi influenzare le decisioni dei colleghi interessati.

Come noto io suggerisco che il tema resti nelle responsabilità del Presidente del Consiglio. Vedremo fra qualche giorno che cosa farà Renzi al proposito.

La decisione presa avrà immediate ripercussioni. E comunque il nuovo ministro del turismo rifletta sui temi che il rapporto solleva, e intervenga rapidamente.


P.S. RAPIDA COMPARAZIONE CON  LA FRANCIA

Rispondo volentieri a @Thmanfredi che vive a Parigi e chiede come si classifichi la Francia in confronto con l'Italia.

Premetto che la Francia in questa speciale classifica generale si trova al 7° posto, contro il 26° dell' Italia, pur avendo perduto negli ultimi anni alcune posizioni. Quattro anni fa era infatti al 4° posto della classifica. Com'è noto a chiunque maneggi dati, la posizione si può guadagnare o perdere per meriti o demeriti propri o dei competitor.

Per quanto riguarda alcuni parametri come Risorse culturali (IT=3°; FR=4°), Fiere ed esposizioni (IT=6°; FR=5°) Export di industria creativa (IT=5°; FR=8°) i due paesi corrono testa a testa.
Anche per i parametri prezzo e qualità della offerta alberghiera non sono molto distanti.
L'Hotel Price Index italiano è a 95° posto, quello francese al 106°.
Purchase Power Parity italiano al 120°, francese al 129°.
Per le tasse i francesi stanno un po' meglio di noi, si classificano al 124° posto, mentre noi siamo al 137°.

Dove la Francia è decisamente meglio collocata dell'Italia sono tutte le infrastrutture, a partire da diffusione dei telefoni fissi (FR=2°); e diffusione di broadband (FR=5°).

La Francia è prima in assoluto per la qualità delle strade. Si classifica al 4° posto per la qualità dei treni. 10° per infrastrutture aeroportuali (noi siamo al 67° posto). Francia è 9° per Network Internazionale Aereo (noi siamo al 81° posto).

La Francia si surclassa anche per Extent of staff training (si trova al 41° posto, mentre l'Italia al 121°), ma soprattutto è all'8° posto per qualità dell'istruzione secondaria (che misura un po' il grado dell'istruzione di tutta la popolazione - Si ricordi che l'Italia sta al 30° posto).

Inoltre la Francia ci batte sulle "Regole".
E' al 18° posto per presenza di proprietari stranieri. Al 46° per trasparenza (l' Italia sta in fondo alla classifica al 135° posto), e 70° per le regole che impattano i Foreign Direct Investments (l'Italia sta al 122°).

La Francia si classifica prima per "Ratifica di trattati internazionali in materia di sostenibilità ambientale".

Infine due dati ci separano nettamente dalla Francia.
Quello sulla qualità dell'azione di marketing in materia di turismo (FR=29°; IT=116°); ed infine quello sulla valutazione circa la priorità data dal governo al tema del turismo (FR=30°, IT=96°).

In breve il confronto tra Italia

Italy moves up one spot this year to place 26th overall and 18th in Europe. As well as its cultural richness—with many World Heritage Sites, international fairs and exhibitions, and rich creative industries— Italy’s strengths lie in its excellent tourism infrastructure (tying with Austria for 1st place) and its relatively good air transport infrastructure (24th). However, it faces a number of challenges that bring its overall rating down. 
These include policy rules and regulations that are still not sufficiently supportive of the development of the sector (100th) and a lack of price competitiveness (134th).

e Francia

France is ranked 7th overall in this edition, losing four positions since 2011. France continues to attract many tourists with its rich cultural heritage ranked 4th for the number of World Heritage cultural sites and 8th for creative industries.
The country also hosts many international fairs and exhibitions ranked 5th.
France’s ground transport infrastructure is still one of the best in the world (ranked 5th), with particularly good roads and railroads as well s good air transport infrastructure (ranked 8th). However, the overall policy rules and regulation framework is not sufficiently supportive of developing the sector, and the prioritization of the T&T sector declines this year (ranked 35th overall). 
Additionally, the assessment has weakened somewhat in terms of the quality and availability of qualified labor in the country.









sabato 1 febbraio 2014

I migliori hotel del mondo

A Roma ci sono due dei primi cinquanta hotel del mondo.
Il St Regis e l' Hassler.
Non male... anche se uno è di una catena americana, come molti altri indicati nella lista dei migliori.
Ora essere nei primi hotel vuol dire essere scelti a prescindere dal prezzo, ottenere un risultato economico migliore e essere indicati come il top dai clienti.
Mi domando... quali sono i migliori hotel italiani?

Chiedo ai miei amici che si occupano di ospitalità, quali servizi e quali caratteristiche dovrebbe avere un hotel "italiano", soprattutto di alta qualità... che noi identificheremmo in hotel Lusso?

Non sto pensando ad un hotel firmato da uno stilista come ne sono sorti alcuni. Sto pensando ad un hotel comunque con un ottimo servizio ed un perfetto design, un livello di accoglienza eccellente, ma che possa essere identificato come un hotel italiano.

Chi mi aiuta? Potete rispondere sulla mia pagina FB  o qui sotto.