sabato 31 ottobre 2015

I conti dell'Expo

Oggi siamo tutti contenti.

Quelli che di sentir parlare di Expo non ne potevano più, sei mesi sei di pubblicità in ogni salsa alla TV (alle 14.20 di oggi 31 ottobre Rai Tre ha mandato ben due spot di Expo).

E quelli che invece sono felici di aver dimostrato che ce l'abbiamo fatta, senza dire però che cosa, sono riusciti a farcela. 

E poi ci sono io, che finalmente posso sapere come sono andati i conti dell'Expo.
Quali erano gli obiettivi, e quali i consuntivi.
Perchè si tratta di un conto molto complicato, in quanto per un anno intero tutti, ma proprio tutti hanno speso soldi "per l'Expo".

Hanno speso soldi le aziende, sponsor di questa meraviglia che capita una volta al secolo.
Le loro sponsorizzazioni sono state essenziali per sostenere i padiglioni nazionali, visto che solo nel caso degli USA gli organizzatori non hanno trovato gli sponsor necessari.

Solo nel caso degli USA vero? Non saltano fuori sorprese vero?

Poi hanno speso le Regioni, che hanno promesso contributi di ogni tipo alle aziende che partecipavano all'Expo.
Qualcuno ha fatto il conto?

Inoltre per la partecipazione alla kermesse, le Regioni hanno anche comperato molti biglietti. Quanti di preciso?

I biglietti dei milioni di studenti che sono andati ad Expo chi li ha pagati? Qualcuno lo sa?
C'è una discreta differenza tra il prezzo pagato (10 Euro) e il prezzo mediano di vendita 18 Euro mi si dice.
E' un costo che è rimasto sul groppone di Expo o qualcuno l'ha ripianato? Che so, le scuole? Il ministero?

Poi i Comuni.
Molti soldi sono stati spesi "per l'Expo", io chiedo al mio sindaco, se lo sa, chi ha pagato e quanto per la presenza di addetti (io ne ho visti due) alla fermata Mediopadana a promuovere Expo.

Poi ovviamente tutta una serie di organizzazioni più o meno pubbliche, enti di promozione, confraternite, gruppi, ecc. che hanno utilizzato i fondi (anche pubblici) a loro disposizione per andare ad Expo, esporre, partecipare, ecc.

UNA VOLTA FATTO IL CONTO

Una volta che qualcuno abbia fatto i conti veri, aggiungendo quelli della società che ha gestito Expo, e quelli dello Stato, dei Ministeri, ecc. ecc. dovremo riflettere su due cose:

1) Data la massa di denaro pubblico spesa, col senno di poi, siamo sicuri di aver destinato quelle risorse al migliore degli obiettivi possibili? In un periodo di risorse scarse, la nostra industria e il nostro turismo avrebbero avuto maggior vantaggio da un uso diverso delle stesse risorse?

2) Cannibalizzazione. Sul turismo un effetto Expo c'è stato, ma è stato un effetto molto "interno".
Sono certo che ne abbiamo tratto vantaggio i venditori di servizi di trasporto (come treni, autostrade, metro) e da settembre anche gli hotel dell'area milanese.
Certo settembre e ottobre sono comunque alta stagione, per via della concomitanza con GP di Monza, la Settimana della Moda e alcune delle principali fiere nazionali ed internazionali: così gli hotel si sono strariempiti facendo lievitare i prezzi ("da incorniciare" mi dice qualche albergatore)

Sembra che l'effetto sulle vendite del nostro Made in Italy a turisti stranieri sia stato poco significativo




 (tant'è vero che quest'anno le vendite tax free in Italia sono cresciute solo del 19% mentre in Europa sono cresciute del 26%, con interessanti incrementi in Germania + 32% e Francia +41%.

Vuol questo forse dire che i turisti più ricchi - i cinesi e gli americani per intenderci - invece di visitare l'Italia si sono fermati in Germania e Francia a fare compere?)

Notiamo che i dati Altagamma li aveva pubblicati qui
http://www.altagamma.it/temp/0510422905157952115file.pdf
fino ad ieri c'erano, oggi non ci sono più. Chissà????





Quella che io definisco cannibalizzazione  si è avuta in due settori:

a) turismo scolastico, che quest'anno è stato dirottato tutto su Expo, Ravenna con i suoi mosaici e Genova col suo Acquario se ne sono accorti, con calo netto di presenze.

b) turismo congressuale: molti convegni e congressi si sono tenuti dentro ad Expo, portando via lavoro a destinazioni che del congressuale vivono.

c) turismo luxury per shopping: come spiegano i milanesi (ed i dati sopra riportati) il turismo lusso ha ridotto la presenza milanese quest'anno, lasciando spazio al turista mainstream, di cui parlavamo qui.

Questi tre settori tireranno un sospiro di sollievo, fine della concorrenza di Expo, che dovremo definire sleale se scopriremo (ma lo scopriremo?) che i conti sono in rosso e che il successo verrà pagato da Pantalone.





giovedì 15 ottobre 2015

EXPO: entusiasmo

Ho chiesto ad un'amica, che ieri ha visitato l' Expo, di scrivermi perchè le è piaciuto, dimenticando le cose che non vanno.

Dopo aver letto le sue parole, mi sono ancora più rammaricato che gli italiani non siano stati capaci di prevedere e programmare meglio quest'evento (che ho definito un'occasione persa).

Segnalo solo che ...monelle...  hanno saltato molte code, cosa che altri non fanno e non possono fare... e che rende l'esperienza diversa.


""""E' un'esperienza che va fatta
le code impediscono di poter godere di tante esperienze interessanti, ero in compagnia di tre amiche di cui due svergognate che mi hanno fatto fare cose impensabili (salti di code, infiltrate in gruppi classe con guide…sennò non avrei visto un kz)

Il Padiglione Zero (realizzato dall'ONU) è davvero bello, obiettivo informativo, formativo, fare cultura sulla sostenibilità, contro lo spreco, un racconto del rapporto dell'uomo con l'ambiente nei secoli.

Poi capire come i diversi paesi, dai più tecnologici (Corea) ai più arretrati, vivono il rapporto con il cibo, conosci le diverse culture ma sempre lette in chiave di salute e buon vivere

Capisci che tanta strada è stata fatta, che ancora c'è un grosso gap fra paesi evoluti e sottosviluppati (presenti per il caffè, per esempio, e il cacao), ma vengono comunque fatti conoscere per il contributo che portano al mondo (vedi Illy con la sua bellissima gallery fotografica)

Insomma il mondo ti sembra più vicino che mai, ognuno porta le proprie sgarabattole, ma sono tutti lì, ad incontrarsi, a farsi conoscere, è bello!"""

sabato 10 ottobre 2015

Studenti all'EXPO

Alla fine anche la classe di mio figlio (ultimo anno di liceo) è andata all'Expo, accompagnata dai professori, una gita scolastica bis, un po' obbligatoria.

Ritrovo vicino a scuola alle 7 del mattino di giovedì (per evitare i pienoni del week end). Prima di mezzogiorno non sono riusciti ad entrare. Perse 5 ore abbondanti tra viaggio e tornelli.

Ho chiesto, ma c'erano altri studenti? Strapieno, la risposta.

Visitati quattro padiglioni dove la fila era più corta (più di un'ora alla volta), non necessariamente i più interessanti, e anche in quel caso fatti uscire abbastanza in fretta perchè altri dovevano entrare.

Fatto lo spuntino da McDonald, come fanno quasi tutte le domeniche sera, essenzialmente per non gravare di altri 30 Euro sul budget della gita (costata già altri 30 € tra autobus e ingresso scontato a 10 €)

Dentro i padiglioni hanno visto dei televisori, come quello che guardano quando sono a casa, il commento dei ragazzi non è stato entusiasta.

Non hanno potuto vedere lo spettacolo dell' Albero della Vita perchè lo fanno tardi, loro alle 10 pm erano già quasi a casa.

Alla fine gli chiedi com'è stato? Bello, ti dicono.
Che cosa vi ricoderete?
Questi che sono schizzinosi anche sui piatti che prepara la nonna, hanno assaggiato coccodrillo e cammello.
Bhè, almeno questo.

Ma ne è valsa la pena?

Risposta unanime: 30 € per stare a casa da scuola un giorno valgono sempre la pena.

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Domando, perchè un'esperienza così dovrebbe rappresentare un successo dell'Italia?
E questo senza polemiche, sia ben chiaro.
Gli stessi studenti in primavera sono stati a Cracovia per un "Viaggio della Memoria" e sono tornati entusiasti, con racconti ricchi di emozioni ed esperienze.

Resto dell'idea che EXPO poteva andare peggio, ma che sarebbe dovuto andare molto meglio: un'occasione perduta, e sia chiaro Renzi non c'entra nulla, altri ne hanno la resposabilità.



sabato 3 ottobre 2015

La volpe e l'uva

Anche Zanini, non riuscendo a raggiungere l'uva, dice che è acerba... ci sarà qualcuno che lo dirà, altri che lo penseranno, allora chiarisco ora a futura memoria che

a) sono favorevole al turismo diffuso, sono favorevole a quelli che gli Americani chiamano i "mini" hotel, da 100 camere in città e 150 nei resort turistici, contrapponendoli ai grandi hotel che si facevano una volta in America da 500 / 800 camere (quelli ben noti della costa Spagnola, che sono degli obbrobi inqualificabili). Non sono favorevole all'hotel diffuso se questo vuol dire fare delle strutture con il contributo pubblico che poi non si sostengono, e che si basano - prima di fallire - sull'autosfruttamento dei titolari.

b) sono per un turismo sostenibile, che faccia sparire le auto dalla vista e dall'uso dei turisti, vanno benissimo i trenini, le biciclette, mezzi elettrici, ma soprattutto hotel e strutture turistiche che non siano energivore come quelle che si facevano molti anni fa. Questo richiede la riprogettazione sia delle strutture alberghiere e di porzioni intere di territorio.
Non sono favorevole agli eccessi, basati su una ideologia ecologista che porta il turista a stare peggio: alcuni comfort servono, si tratta di produrli col minor consumo di energia e spreco di risorse. Oggi grazie all'informatica si possono fare miracoli.

c) sono per un turismo accessibile a tutti, non solo ai disabili, ma anche accessibile ai bambini, agli anziani, alle donne incinta, a persone che hanno subito incidenti o operazioni chirurgiche.

d) sono per un turismo culturale, che porti al centro l'autenticità del territorio, per cui il vero formaggio da grattuggiare sulla pastasciutta è il Parmigiano Reggiano, e non il Maremmano o il grana del Trentino (in Trentino ci sono altri formaggi straordinari da valorizzare).
Sono per i musei anche minori, soprattutto se qualcuno in una lingua diversa dal dialetto locale è in grado di spiegare ai turisti il senso di quello che si mostra loro.
Sono per le tradizioni, la musica i canti ed i balli, ma solo se sono davvero coltivati da persone motivate e non - come spesso accade - brutte copie di vecchie riminescenze il cui scopo è ottenere contributi che altrimenti resterebbero inutilizzati.
Non sono favorevole alle mille sagre paesane che servono solo a finanziare dei piccoli capetti, e che fanno concorrenza sleale ai ristoratori e negozianti regolari.

e) sono favorevole ad un turismo che comprenda il vero motivo per cui il turista visita le nostre città, coste o montagne: di nuovo un turismo dell'autentico, dove il territorio si appresta a offrire esperienze legate al relax, lo sport, la tavola, le attività dell'artigianato e della campagna.

f) sono favorevole ad un turismo fondato sulla formazione ed educazione di chi accoglie. Addetti del turismo consapevoli che rappresentano se stessi, l'azienda che li paga, ma anche un territorio ed una intera nazione.
Per questo sono favorevole ai corsi di formazione, anche finanziati dalle Regioni e dall'Europa, il cui scopo sia diffondere conoscenze, competenze e consapevolezza, e non - come vedo troppo spesso - finalizzati a dare uno stipendio a formatori che non hanno nè arte nè parte.

L'Italia ha potenzialità straordinarie, temo che le strutteranno cinesi ed arabi che dimostrano di credere di più nel nostro Paese dei nostri stessi connazionali.

Così noi, italiani, che abbiamo il know how ma non i capitali per fare quello che vogliamo e sappiamo fare, dovremo per forza appoggiarci ai capitali esteri, come hanno fatto quei due geni di Grom, che ammiro.