Anche Zanini, non riuscendo a raggiungere l'uva, dice che è acerba... ci sarà qualcuno che lo dirà, altri che lo penseranno, allora chiarisco ora a futura memoria che
a) sono favorevole al turismo diffuso, sono favorevole a quelli che gli Americani chiamano i "mini" hotel, da 100 camere in città e 150 nei resort turistici, contrapponendoli ai grandi hotel che si facevano una volta in America da 500 / 800 camere (quelli ben noti della costa Spagnola, che sono degli obbrobi inqualificabili). Non sono favorevole all'hotel diffuso se questo vuol dire fare delle strutture con il contributo pubblico che poi non si sostengono, e che si basano - prima di fallire - sull'autosfruttamento dei titolari.
b) sono per un turismo sostenibile, che faccia sparire le auto dalla vista e dall'uso dei turisti, vanno benissimo i trenini, le biciclette, mezzi elettrici, ma soprattutto hotel e strutture turistiche che non siano energivore come quelle che si facevano molti anni fa. Questo richiede la riprogettazione sia delle strutture alberghiere e di porzioni intere di territorio.
Non sono favorevole agli eccessi, basati su una ideologia ecologista che porta il turista a stare peggio: alcuni comfort servono, si tratta di produrli col minor consumo di energia e spreco di risorse. Oggi grazie all'informatica si possono fare miracoli.
c) sono per un turismo accessibile a tutti, non solo ai disabili, ma anche accessibile ai bambini, agli anziani, alle donne incinta, a persone che hanno subito incidenti o operazioni chirurgiche.
d) sono per un turismo culturale, che porti al centro l'autenticità del territorio, per cui il vero formaggio da grattuggiare sulla pastasciutta è il Parmigiano Reggiano, e non il Maremmano o il grana del Trentino (in Trentino ci sono altri formaggi straordinari da valorizzare).
Sono per i musei anche minori, soprattutto se qualcuno in una lingua diversa dal dialetto locale è in grado di spiegare ai turisti il senso di quello che si mostra loro.
Sono per le tradizioni, la musica i canti ed i balli, ma solo se sono davvero coltivati da persone motivate e non - come spesso accade - brutte copie di vecchie riminescenze il cui scopo è ottenere contributi che altrimenti resterebbero inutilizzati.
Non sono favorevole alle mille sagre paesane che servono solo a finanziare dei piccoli capetti, e che fanno concorrenza sleale ai ristoratori e negozianti regolari.
e) sono favorevole ad un turismo che comprenda il vero motivo per cui il turista visita le nostre città, coste o montagne: di nuovo un turismo dell'autentico, dove il territorio si appresta a offrire esperienze legate al relax, lo sport, la tavola, le attività dell'artigianato e della campagna.
f) sono favorevole ad un turismo fondato sulla formazione ed educazione di chi accoglie. Addetti del turismo consapevoli che rappresentano se stessi, l'azienda che li paga, ma anche un territorio ed una intera nazione.
Per questo sono favorevole ai corsi di formazione, anche finanziati dalle Regioni e dall'Europa, il cui scopo sia diffondere conoscenze, competenze e consapevolezza, e non - come vedo troppo spesso - finalizzati a dare uno stipendio a formatori che non hanno nè arte nè parte.
L'Italia ha potenzialità straordinarie, temo che le strutteranno cinesi ed arabi che dimostrano di credere di più nel nostro Paese dei nostri stessi connazionali.
Così noi, italiani, che abbiamo il know how ma non i capitali per fare quello che vogliamo e sappiamo fare, dovremo per forza appoggiarci ai capitali esteri, come hanno fatto quei due geni di Grom, che ammiro.
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