sabato 29 agosto 2015

RICERCHE

Per nostro cliente estero cerchiamo per gestione prestigioso hotel in località turistica lusso (es. Roma, Milano, Venezia, Taormina, Puglia)

Abbiamo inoltre iniziato la ricerca di hotel business nelle 20 città italiane più importanti, 4 o 5 stelle

Per clienti, investitori internazionali, di nostro partner ricerchiamo in Italia:
  • aziende vitivinicole con fatturato superiore ai 15-20 milioni di Euro, ubicate in tutta Italia (non devono avere grosse incidenze immobiliari; l'investitore è un fondo)
  • aziende vitivinicole in Franciacorta (non c’è un fatturato minimo richiesto)
  • aziende da acquisire senza particolare focus settoriale x un investimento non superiore ai 5 milioni di Euro
  • aziende settore moda/accessori con produzione in Italia; fatturato richiesto: intorno ai 20 milioni di Euro 
Per ogni informazione: info@planethotel.net o 0522 554392


lunedì 10 agosto 2015

Tre punti per il turismo meridionale (sollecitato da Antonio Preiti)

Mi permetto un commento perchè concordo con quello che dice Antonio Preiti nel post di oggi sull' Huffington Post.

Vedo però alcune importanti possibilità che vengono sprecate: se si riuscisse a concordare sulla ragione di questo spreco forse qualche decisore potrebbe (se ne avrà voglia) iniziare a eliminare ciò che frena.

Quindi al ragionamento di Antonio mi piacerebbe si aggiungessero i seguenti temi:

PICCOLO NON E' BELLO

Dice Antonio: l'industria dell'ospitalità non è un servizio pubblico.Vero. Ma il pubblico (in tutte le sue forme) ha una responsabilità enorme nel determinare come i privati agiscono nel fornire il "servizio" turistico che io preferisco chiamare "prodotto turistico".
Molti sanno che in America le principali destinazioni turistiche nascono e si sviluppano per decisione di un singolo, o un piccolo gruppo di operatori, che confeziona il "proprio prodotto".
Così ci sarà un singolo operatore che disegna la zona degli alberghi, quella degli appartamenti, quella delle ville, la spiaggia, tutte le piscine, gli impianti di risalita se siamo in montagna...
La destinazione ha una logica unitaria, perchè immaginata unitariamente.
Ed anche la redditività della zona va in capo ad un unico soggetto, che è privato, ma che otterrà una redditività media vendendo servizi diversi che hanno margini diversi.

Ad esempio il medesimo operatore investirà sulle seggiovie e gli impianti di risalita, su cui non ha una forte marginalità, perchè conta di guadagnare dal bar e dal ristorante, o vendendo gli appartamenti "buy to rent".

Questo in Italia non si fa, non si può fare, non c'è nemmeno chi provi a farlo. (invero io ho seguito il business plan di questo importante tentativo, che per motivi finanziari è un po' rallentato).

Sono molte le ragioni per cui in Italia questo metodo non ha successo, ma io penso che uno dei problemi principali venga dalla diffusa mentalità che piccolo e artigianale è bello.
Da tempo invece penso che non è vero. Inascoltato.
Piccolo non è bello. Grande può essere più bello, se ben disegnato.
Penso che a breve potrò dimostrarlo all'estero con capitali esteri.

Se provassimo per una sola volta a ribaltare questa mentalità, e "vedere di nascosto l'effetto che fa" scopriremo che otteniamo più turisti, più economie di scala, più fatturati, più occupati, più clienti contenti, più promozione.

IL MERCATO DEI PENSIONATI

Il secondo tema che tratti nel tuo post è quello dei mercati turistici.
Poi parli di alcuni mercati importantissimi, ma non dai abbastanza rilievo ad un mercato che a mio parere è fondamentale, quello degli anziani, vedove e vedovi che stanno bene e che amano "svernare" ma non come i milanesi in riviera 15 giorni, bensì come gli inglesi in Spagna, alcuni mesi all'anno.

(Mio zio del 1919, tuttora vivente, da svariati anni sverna alle Canarie. E con lui moltissimi stranieri che passano l'inverno in quelle belle isole)

Qui però entra prepotente la questione della tassazione, nazionale e locale.
Noi possiamo portare migliaia, forse milioni di turisti nelle nostre migliori destinazioni sia di mare che quelle termali, se però cambia radicalmente la nostra tassazione, sia sui redditi che sulle proprietà.

Prova ad immaginare se i pensionati (i nostri e quelli degli altri paesi) pagassero tasse limitate sul reddito e sulla proprietà immobiliare, qualora trasferissero qui in Italia (del Sud) la propria residenza.
Ma il nostro governo di questo proprio non si occupa, ed invece di attrarre pensionati ricchi a pagare le tasse nel nostro paese, spedisce le nostre menti migliori a pagare le tasse in UK.

IL LUSSO

Infine, terzo tema, che come sai a me sta molto a cuore, quello del lusso. Ci sono alcune destinazioni italiane che possono competere con destinazioni come Marbella, col suo Golden Mile. Di nuovo, se conosci Marbella sai come è nata e cresciuta. E come sia "adatta" al lusso.
Si tratta di una scelta strategica, che fa il pubblico assieme ad alcuni grandi investitori, probabilmente non italiani. Ma temo che su questo non ci arriveremo mai, nonostante nel mondo ci siano 14 milioni di aspiring, con una capacità finanziaria liquida di più di 1 milione di USD, in crescita costante.

sabato 8 agosto 2015

Urbanistica, Turismo e Finanziamenti

Nel giorno dell' 89° compleanno di Alessandro Tutino, amato professore, maestro che ebbe a dirmi qualche tempo fa.... "avevamo ragione ma abbiamo perso", in risposta a questo tweet:


URBANISTICA E TURISMO

E' sempre più evidente la relazione tra la città, il territorio, la conservazione della natura, la valorizzazione dei beni storico artistici da un lato e l'attività turistica dall'altro.

Ne parlo da tecnico-urbanista che ha applicato il proprio know how e la propria forma mentis al turismo (non credo siamo più di quattro-cinque in Italia ad avere una competenza ed una specializzazione così marcate).

La pianificazione (di scala vasta, regionale o sovraregionale) quando si occupa di turismo dovrebbe considerare:

1. tutti i problemi di trasporto delle persone;
2. la questione dell'ambiente che accoglie il turista, gli aspetti estetici ma anche quelli funzionali;
3. l'organizzazione della città turistica o degli insediamenti turistici, il loro numero, le dimensioni ed i servizi ad essi annessi;
4. l'aspetto dell'investimento, sincronizzando l'investimento privato con quello pubblico, valutando eventuali sostegni che il pubblico può dare al privato che investe in condizioni di svantaggio rispetto a competitor nazionali ed internazionali.


I QUATTRO ELEMENTI

Quelli qui elencati sono quattro degli aspetti principali, forse non esaustivi, del tema.

1. Sul "viaggio", e sull'esigenza di "pianificare i movimenti dei turisti",  anche le cronache di questi giorni segnalano quanto sia influente la qualità del trasporto affinchè il turista abbia un buon approccio al soggiorno e alla vacanza.
Aereo, treni, strade, traghetti sono essenziali per rendere positiva la vacanza. Nulla guasta di più una vacanza di un contrattempo durante il viaggio. Nulla frena più di un costo eccessivo del viaggio.
Lo sanno bene i turisti che vanno in Sardegna sia con la nave o con l'aereo. O che vogliano affittare un'auto in un aeroporto sardo.
Ma anche chi voglia fare un week end a Rimini, viaggiando sulla A1-A14.

2. Poi c'è la questione dell'ambiente in cui si passa la vacanza. Si tratti di un centro storico, tanto amato dai turisti stranieri che visitano l'Italia. Oppure si tratti di una località di vacanza, in montagna, o al mare.
In tutti i casi l'urbanistica avrà lo scopo di preservare il bello e di ridurre l'impatto di opere, che anche quando necessarie, devono essere esteticamente gradevoli.
Proprio in questi giorni è balzato agli onori della cronaca il caso dell'Hotel Santa Chiara di Venezia, dopo che, tolti i ponteggi, finalmente si è potuto vedere il risulato di lavori durati anni. Secondo me si tratta di un pessimo esempio di come si dovrebbe coinvolgere architetti, cittadini ed eseperti nella progettazione e valutazione di un'opera nuova, moderna, in un ambiente storico delicatissimo.
Gli albergatori veneziani sono inferociti...

3. In questo quadro va riproposto il tema della città turistica, su cui mi cimento da diversi anni. Ogni città, ogni località che voglia fare del turismo il proprio punto di forza anche economico, dovrebbe fare una riflessione su quale tipo di turismo desidera attrarre e con quale tipo di infrastrutture architettonico-urbanistiche.
Dovrebbe inoltre darsi una prospettiva ragionevolmente fondata sull'evoluzione sociologica della propria popolazione e imprenditorialità, cercando poi di perseguirla coerentemente nel tempo.
Invece i segnali che vengono dalla cultura urbanistica più diffusa nelle città turistiche sono quanto mai contraddittori: da un lato si esalta il valore del piccolo (piccolo è bello, la conduzione famigliare, l'imprenditore con moglie e figli) ma dall'altra si constata che quel tipo di imprenditore al cospetto dell'organizzazione odierna del turismo, non ce la fa più, scompare, in Sardegna come in Emilia Romagna, sotto il peso delle troppe ore lavorate, una finanza risicata, margini in peggioramento, debiti.
Così mentre si dice che piccolo è bello, un "piccolo" che non rende e non funziona, se non in pochissimi fortunati casi che vanno assolutamente preservati,  si dovrebbe anche dire che per un turismo di massa, un turismo che permetta di accogliere i milioni di turisti che un paese come il nostro può aspettarsi,  dovremmo organizzare una città diversa, più simile ad un meccanismo "industriale" nell'organizzazione, ma dall'aspetto, da un design e da un'architettura invece molto coerenti col genius loci.

4. E arriviamo quindi al nocciolo della questione, dovendo chiederci quale attività dovrebbe fare lo Stato per favorire e promuovere questo o quel modello.
Iniziamo col dire che l'Italia non è tutta ugualmente omogenea, e per ciascuna destinazione si dovrebbe scegliere una strategia diversa, definita nel dettaglio da un piano turistico dibattuto, definito, approvato e poi per 10 anni implementato. Finora non c'è nulla di tutto questo.
Ci sono delle località dove non si dovrebbero permettere opere che ne sconvolgessero l'aspetto (Venezia è sicuramente tra queste) oppure dove l' "Opera" anche modernissima dovrebbe essere un segno che rimanga nei secoli (come ad esempio il Beaubourg di Parigi).
Da questo punto di vista alcune esperienze fatte a Jesolo a mio parere sono interessanti, anche se molto isolate, quasi uniche.

INVESTIMENTO E FINANZIAMENTI PUBBLICI

Poi c'è l'aspetto dell'investimento.
In generale è opportuno che ci pensi il mercato. Lo Stato dovrebbe realizzare solo quelle infrastrutture senza le quali il privato non investe (aeroporti, strade, ecc.). E anche quelli dovrebbero essere pensati e non finanziati a pioggia... ma per fortuna di soldi non ce n'è più (fosse per me ce ne sarebbero ancora meno).
Ho fatto da tempo (qui) le mie proposte, che restano per la storia visto che oramai sono vecchie di quasi dieci anni. Non mi aspettavo che qualche ministro si degnasse di chiamarmi per un confronto, però che le le leggesse sì.

Si dovrebbe ridurre l'invedenza dello stato che tassa le attività economiche al punto che gli investimenti privati in Italia sono crollati a livelli inimmaginabili.


Così nelle attuali condizioni di pressione fiscale e di norme burocratiche e di difficoltà di credito (tutte cose che lo Stato dovrebbe impegnarsi a ridurre sensibilmente) considero utile un meccanismo (alternativo, e per questo a mio parere meno fluido) che favorisca quelle imprese che investono nel rinnovo degli hotel: il credito di imposta per chi investe.

Proprio io, con Valdameri, siamo stati tra i primi a chiedere il Tax Credit per gli hotel che investono.
Abbiamo però anche detto subito (anche all'amico Stefano Ceci che a quanto ci consta ha partecipato alla stesura del Decreto Art Bonus) che quel decreto era ed è molto deludente per almeno le seguenti ragioni:

a) prevede un limite (di 660.000 €) alla deducibilità dell'investimento che va molto nell'ottica del "piccolo è bello", mentre le strutture che più hanno bisogno di rinnovo sono quelle più grandi

b) prevede un importo globale di operazioni finanziate a nostro parere troppo limitato in relazione all'esigenza di rinnovo che abbiamo in Italia

c) Utilizza il sistema del click day (e cioè si finanziano i primi... cento che nei primissimi minuti riescono ad prenotare il finanziamento, quando si apre la gara e la corsa al finanziamento, molto simile al Musichiere se non fosse fatto in via elettronica). Cioè prima si fanno gli investimenti e dopo si sa se si ottiene il finanziamento.

Questi tre limiti, sommati, segnano così profondamente il provvedimento da renderlo niente più che un pannicello caldo, per qualche centinaio di hotel, quelli che comunque avrebbero fatto i lavori, quelli che hanno finanza e conto economico in ordine da poter avere utile (da cui detrarre l'investimento).

Vedremo i risultati ad ottobre che leggeremo con il solito sguardo disincantato.

ALTRI FINANZIAMENTI

Contemporaneamente lo Stato finanzia con decine di milioni operazioni singole, di singoli operatori, che grazie al finanziamento a fondo perduto possono rinnovare il proprio hotel ottenendo una condizione privilegiata, in concorrenza con altri operatori che invece il finanziamento non l'hanno avuto. Questo avviene sia attraverso Invitalia, sia attraverso i fondi di Cassa Depositi e Prestiti.

Voglio qui ribadire che mentre sono molto favorevole al Tax Credit (una volta che i limiti più evidenti saranno rimossi), resto assai dubbioso sull'opportunità di finanziare a fondo perduto gli hotel di privati, con i denari dello Stato.

Nel tempo passato (ma fino ad ieri o a oggi) i finanziamenti pubblici sono serviti a finanziare opere il cui costo veniva sovrastimato, con fatturazioni gonfiate, in modo che l'opera venisse pagata quasi per intero dal finanziamento pubblico. Questa cosa è nota, anche se non è facile provarla, ma come è costruito il meccanismo di agevolazione, permette proprio queste distorsioni.

In Sardegna sono state finanziate opere di hotel in contrasto perfino con le indicazioni della Unione Europea ed oggi gli albergatori devono restituire 35 milioni di contributi ricevuti illegittimamente.

In Sicilia (ma anche in Calabria) sono stati finanziati hotel che poi alla prova dei fatti non davano il risultato economico previsto da business plan generosi. Caso eclatante il Giardini di Costanza, che è finito con un fallimento.

Ripeto una cosa che forse a qualche storico dell'arte non è perfettamente chiara. (Ma se conoscesse qualche ufficile di GdF sono certo riceverebbe chiarimenti adeguati).
Molti di quei finanziamenti vengono dati a una "Immobiliare" imparentata con la "Impresa di costruzione" e l'unico scopo è quello di far lavorare l'impresa, con i soldi pubblici e quelli della banca, ed una volta costruito l'hotel, poco importa se l'immobiliare non riesce a pagare i mutui generosamente ricevuti, grazie anche alla componente di finanziamento pubblico.

Non importa se la qualità prodotta non è quella prevista dai progetti o dai capitolati iniziali.
Quello che conta è che giri il denaro (meglio se di altri, pubblico o di banche, o di qualche fondo - magari pensionistico -  amico che compra alla fine del giro).

Quante volte è successo questo meccanismo?
Una, dieci, cento? Non lo so. In certe regioni di più ed in altre di meno.
Ci sono state tanti leggi per il sud, che permettevano di distribuire soldi a imprenditori che poi l'impresa albergo non la facevano funzionare.
Dal numero di incagli, e fallimenti che ci sono in giro sembra che la cosa sia molto diffusa.

Il mio timore è che anche con i prossimi finanziamenti si inneschino meccanismi simili, tanto, è noto, fatta la legge trovato l'inganno, e a pensar male si va all'inferno.

Come fare quindi a favorire la crescita (anche turistica) del Sud senza incorrere in questi problemi?
A mio parere si dovrebbe intervenire sul lato delle tasse, delle tariffe, del costo del lavoro e dell'energia.
Così anche gli italiani (e non solo gli stranieri) avrebbero interesse ad investire. Sennò vedremo solo arabi, cinesi e russi a far man bassa dei nostri pezzi più prestigiosi, e colmo della ironia, utilizzando le opportunità offerte dal finanziamento pubblico.

E chi sta al governo lo lascia fare, per un'Italia più bella e più superba che pria.

Bravo. Grazie.








mercoledì 5 agosto 2015

Click Day per la riqualificazione di hotel: spese 2014

Gent.li clienti e collaboratori,

vi informiamo che il Ministero dei Beni Culturali ha reso noto le istruzioni e le modalità per l'invio dell'istanza denominata "Tax credit per la riqualificazione delle strutture ricettive turistiche".

Per le spese effettuate nel periodo d'imposta 2014, il click day è previsto a partire
dalle ore 10 del giorno 12 Ottobre 2015. Dal 15 settembre è possibile inserire la domanda.

Di seguito un breve riepilogo dell'agevolazione:

BENEFICIARI:

Tutte le strutture ricettive esistenti alla data del 1° gennaio 2012.

ATTIVITÀ AMMISSIBILE

spese relative a interventi di:
1) ristrutturazione edilizia;
2) interventi di eliminazione delle barriere architettoniche;
3) Interventi di incremento dell’efficienza energetica;
4) acquisto di mobili e componenti d'arredo destinati esclusivamente alle strutture alberghiere.

BENEFICIO FISCALE:
Si prevede un credito d’imposta per il 30% delle spese sostenute fino all’importo massimo complessivo di € 200.000,00, erogato in regime de minimis, nei periodi di imposta 2014-2015-2016.

MODALITÀ DI ACCESSO AL CREDITO (CLICK DAY):

- PER SPESE EFFETTUATE NEL PERIODO DI IMPOSTA 2014
Click day dalle ore 10:00 del 12 ottobre 2015 alle ore 16:00 del 15 ottobre 2015.

- PER SPESE EFFETTUATE NEL PERIODO DI IMPOSTA 2015
Click day dal 01 febbraio 2016 al 5 febbraio 2016.

- PER SPESE EFFETTUATE NEL PERIODO DI IMPOSTA 2016
Click day dal 30 gennaio 2017 al 3 febbraio 2017.

Lo staff di Integrale S.r.l. è a disposizione delle imprese interessate per supportare le imprese nella predisposizione della documentazione necessaria alla fruizione dell’agevolazione.


Per informaizoni scrivere a:  http://www.integrale2000.it/