martedì 3 luglio 2018

Perchè urbanistica e investimenti sono importanti per il Turismo

Riapro brevemente questo blog, per salutare GianMarco Centinaio nuovo ministro del Turismo, nonchè dell' Agricoltura, e del migliore Made In Italy.

Il Turismo è materia regionale, ancor più dal 2001, grazie alla riforma costituzionale voluta dall'allora Centro Sinistra.
Quindi il Ministro dovrà scontrarsi con (e se sarà bravo, coordinare) le Regioni.
Fortuna vuole che dalla sua abbia una serie di regioni "turistiche" a guida leghista, o CDx (come Lombardia, Veneto, Friuli, Sicilia, Aosta, certo mancano Toscana ed Emilia Romagna, e Lazio che fanno un po' i primi della classe a volte rompiscatole).

Oggi il Turismo è molta promozione e poca progettazione del prodotto, che viene lasciato alla spontaneità dei privati, dei diecimila comuni, cui si aggiungono di quando in quando alcune opere pubbliche (strade, aeroporti, ecc.)

Alla voce "Turismo" afferiscono fiumi di denaro pubblico, contributi, sostegni, stampelle, aiutini, quasi tutti spesi senza un vero criterio, il cui costo di gestione è superiore a quanto viene effettivamente investito. Quei contributi vanno sovente a finire nelle tasche di chi comunque avrebbe fatto l'investimento anche senza alcun contributo.

E arrivo al dunque.

Nel mondo ci sono trilioni di Euro che cercano collocazione in investimenti fruttuosi.

Non c'è dubbio che il Turismo italiano potrebbe essere uno dei destinatari di quegli investimenti, ed io personalmente di tanto in tanto intercetto degli investitori interessati, ma...

Ma, mi si dice che:
1) mancano i progetti "pronti" su cui investire, soprattutto progetti di taglio abbastanza grande da essere interessanti per i grandi investitori planetari (per molti dei quali 100 milioni di Euro di investimento è il minimo che prendono in considerazione)
2) manca un piano di agevolazioni (anche fiscali) che rendano appetibile un investimento (green field)
3) manca un coordinamento urbanistico-burocratico che renda facile intervenire

Credo che il Ministro dovrebbe preoccuparsi di coordinare i ministeri e le regioni per rendere attraente l'investimento in poche "Città Turistiche". E' una sfida strardinaria, che si può affrontare, ricordando che ITALY IS SEXY.

Proprio perchè credo che in Italia non vi siano (oggi) le condizioni per investire, io sto personalmente portando avanti un altro progetto, rivolto all'estero. Ma se le cose cambiano, sono il primo ad essere felice.

Questa cosa non dipende dalla società civile, ma dalla capacità che avrà il ministro a coordinare pochi decisori, mostrando un obiettivo di medio lungo periodo, e indirizzando i piccoli passi concreti.
E' un'operazione a costo pressochè nullo.
Ma serve molta determinazione, che non manca.