domenica 29 gennaio 2012

Bambole, non c'è una lira.... (Una riga di neve a Cortina)

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Durante la recente Conferenza sul Turismo cui ho partecipato assieme ad una cinquantina di qualificati operatori del settore, tenutasi alla Camera lo scorso 25 gennaio, il ministro Gnudi ha ripercorso i temi che aveva già trattato una settimana prima, in un'audizione daventi alla Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, di cui dà conto turismo e finanza.

http://www.turismoefinanza.it/step.jsp?page=88937

A mio parere questo ministro ha le idee chiare, e fa una diagnosi corretta dei problemi. Putroppo - ha detto - non ci sono soldi.

Ha però chiaro che l'Italia per crescere deve puntare "anche" sul turismo, ipotizzando una possibile crescita dal 13 al 18%. Inoltre sa che bisogna agire in fretta perchè il terreno perduto rispetto ai "fasti" del passato non può essere recuperato facilmente. (Ehi... qual è stato l'aumento dei padroni di cane che ha frequentato gli alberghi italiani?)

Per questo "si deve agire in fretta" (parole del Ministro) , soprattutto verso quei paesi che non hanno ancora definitivamente orientato la scelta delle destinazioni di elezione. Si pensi a Cina ed India che per svariate ragioni, tra le quali si devono annoverare l'attività delle compagnie aeree e la facilità di ottenere visti turistici, stanno dirigendo i propri flussi turistici verso Parigi e Londra, piuttosto che verso l'Italia.

(di nuovo.... Alitalia, Malpensa, ... mi monta la pressione!)

Un'altra cosa che il Ministro ha detto e che io condivido in pieno è che in Italia rischiamo di rimanere esclusi dalla possibile ripresa economica, perchè rischiamo di non avere il prodotto richiesto da questo nuovo mercato globale. Qui chi si occupa di turismo deve fare un profondo esame di coscienza. Turismo per molti anni ha significato "promozione", "pubblicità" e come dice Nico Torrisi, investire nelle sagre di paese (l'ha detto al nostro convegno di Palermo).

Putroppo dobbiamo constatare che in Italia gli imprenditori più importanti che hanno calpestato la scena del turismo (ma anche di altri settori, qui però di turismo parliamo) si sono poi rivelati dei cioccapiatti. Quegli uomini e (poche) donne che avrebbero potuto e dovuto portare i turisti in Italia, erano molto più interessati alla lievitazione dei valori immobiliari che alla crescita del fatturato proprio dell'industria turistico-alberghiera.
Questo ci porta ad avere oggi una situazione deficitaria che abbiamo voluto esaminare attentamente durante il convegno di Bologna su Urban Design & Hotel Industry dello scorso 18 novembre.

Vorrei invece riferirmi ora brevemente all'intervento (ricordato da Roberta Milano) di Cinzia Renzi - Presidente Fiavet - , che si lamenta: "Con questo governo tecnico - ha osservato - speravo in un ministro tecnico, pensavo che scegliessere uno di noi, che nel settore è presente da decenni. E invece niente" Vedi...
http://www.travelnostop.com/NEWS_dettaglio.php?idArticolo=93043

Ho ascoltato l'intervento della rappresentante di Fiavet durante la Conferenza del 25 gennaio a Roma, durante la quale ha indicato come tema importante per favorire il turismo (mi scuso se sono un po' rozzo, ma ho capito e appuntato così) l'eliminazione del limite massimo di 1000 Euro per gli acquisti in contante, introdotto da questo governo per cercare di arginare l'evasione fiscale.

Si dice: i turisti stranieri sono abituati a viaggiare con i contanti in tasca, ma soprattutto i turisti italiani stanno iniziando a prenotare le vacanze (all'estero) da agenzie collocate all'estero, in Slovenia e a San Marino, dove possono tranquillamente pagare in contanti.
Sui turisti stranieri devo dire che quelli che io conosco siano essi europei, americani o anche indiani, usano e userebbero volentieri le carte di credito se non venissero frenati dalla richiesta del commerciante italiano che richiede il contante.

I miei amici stranieri quando si vedono rifiutare la carta di credito ci consuderanoi dei baluba, e quando ho visto il mio amico indiano con un rotolo di biglietti da 500 Euro, e gli ho chiesto come mai.... mi ha lasciato intendere che la sua carta oro non era sempre accettata qui in Italia.

Sui turisti italiani che - secondo la rappresentante Fiavet - andrebbero all'estero a prenotare la vacanza, credo che questo sia vero. Così come è abbastanza vero che una certa clientela facoltosa (complice anche la mancanza di neve) sta abbandonando le località di turismo invernale veneto e trentino a favore di località oltr'Alpe, con più neve e meno controlli. Quest'anno putroppo in montagna gli albergatori faranno un bagno. (Ed io, che amo la montagna, le Dolomiti che considero uniche al mondo!, e sono convinto che la nostra montagna sia un grande atout del turismo italiano, ne soffro particolarmente).

Però mi vien da chiedere: il problema del turismo, e del turismo montano invernale, è tutto legato a quelle 1000 euro di spesa massima, oppure c'è dell'altro? Ad esempio il nanismo delle imprese italiane, anche quelle alberghiere, o quelle che si occupano di incoming? Oppure la mancata comprensione di come aggredire alcuni mercati che è indispensabile aggredire, come (insisto) quello indiano su cui abbiamo scritto anni fa proprio a proposito del successo che la montagna Svizzera ha presso i giovani indiani (il mio articolo è del novembre 2007)

Io desidero davvero fare i miei auguri a questo Ministro. Perchè finalmente c'è un ministro che capisce il rapporto tra prodotto, promozione e fatturato. Che capisce che il prodotto che il settore turistico vende è l'Italia tutta intera. E quindi che se vogliamo far crescere il fatturato dal 13 al 18 bisogna EDUCARE tutti gli Italiani al rispetto del turista, perchè è un cliente di un intero paese.

Abbiamo perso tanti treni. Dobbiamo smetterla di perderli. Dobbiamo smetterla di lamentarci, di avere le palle a terra, di dire che è colpa degli altri. Ma soprattutto dobbiamo smetterla di ammirare qegli italiani furbi, che magari hanno il portafoglio gonfio, che forse non si sa bene da dove vengano i soldi, e SOPRATTUTTO non li usano per far crescere il proprio paese. Proprio perchè avendo fatto i soldi con la furbizia, non sanno fare gli imprenditori.
Un popolo di furbi e non di imprenditori.

Ma il paese cresce se ci sono imprenditori con un sogno, che lavorano duro al loro progetto, investono anche i soldi che non hanno, e danno da lavorare ai migliori e più preparati dei loro giovani. Come ha fatto uno dei migliori imprenditori italiani (non il solo ovviamente), Enzo Ferrari, in questo video intrepretato da Castellitto.

I cioccapiatti che vadano pure a Cortina a farsi una riga di neve.

sabato 21 gennaio 2012

I limiti allo sviluppo turistico italiano

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L’attuale momento di crisi che investe l’Italia all’interno di un quadro di difficoltà del mondo occidentale, richiede da parte del Sistema Paese una capacità di innescare un rilevante flusso di investimenti, attraendoli anche dalle zone più liquide delpianeta.

È opinione diffusa che, in questo quadro, il settore turistico potrebbe avere un ruolo decisivo nel far uscire l’Italia dallo stallo in cui si trova, visto che “il BelPaese” ha tutte le caratteristiche per tornare ad essere una destinazione diprimaria importanza a livello mondiale, così come è stata a lungo in passato.

Lo sviluppo del settore turistico ha come pre-condizione di base la creazione di un ambiente ricettivo favorevole, fatto di infrastrutture, di ambiente, e di destinazioni in grado di accogliere gli imponenti flussi turistici che hanno e avranno ulteriore origine dai paesi a rapido sviluppo. In un recente Convegno tenuto a Bologna il 18 novembre scorso (Urban Design &Hotel Industry) PLANETHOTEL.NET ha raccolto circa 25 relatori per affrontare il tema su quali siano le azioni più urgenti per prepararsi e favorire questa evoluzione positiva del turismo italiano. Quali sono secondo il nostro parere i principali errori compiuti nel passato, che debbono essere rimossi per ridare slancio al turismo italiano?

a) La questione fondamentale delle norma urbanistiche. Questa è materia regionale e comunale. L’atteggiamento di rigido rispetto del territorio ha dato adito a politiche urbane che nei fatti hanno contraddetto l’assunto, negando – in generale – alle città turistiche un progetto di ampio respiro che le valorizzasse, aumentandone l’interesse in quanto destinazione.

b) L’attività ricettiva ha la necessità di svolgersi in immobili appositamente studiati, probabilmente con dimensioni maggiori di quelle che sono normalmente permesse, all’interno di una struttura urbana ridisegnata. Perché questo accada servono investimenti molto importanti, coordinamento urbanistico (progetto), aree di intervento ampie e di proprietà di un unico soggetto.

c) Un terzo errore fortemente distorcente condotto nel passato (in una fase economica espansiva) è stato di permettere ai costruttori di decidere dove sviluppare strutture alberghiere. Di conseguenza gli alberghi non erano più decisi da albergatori ma da costruttori. Oggi bisogna tornare agli hotel fatti dagli albergatori, che rispondano quindi alle esigenze proprie della industria turistico-alberghiera, e che garantiscano così la redditività che gli ingenti investimenti richiedono.

Tre gli interventi che in maniera sintetica ci sentiamo di suggerire.

1. Va sviluppata una pianificazione e progettazione urbanistica delle città turistiche che coinvolga ampie porzioni di territorio. Laprevisione di vantaggi significativi in termini di cubatura premiale per le zone soggette ad investimento coordinato ed unitario di tipo alberghiero o turistico, potrà dare origine ad un immediato avvio di opere di riqualificazione del tessuto urbano turistico esistente. La semplificazione delle procedure urbanistico-amministrative ha in questo senso un ruolo decisivo.

2. La modifica delle norme sui fondi comuni chiusi di investimento immobiliare, che introduca il concetto di “fondo alberghiero”, il quale sarà caratterizzato dal possedere la proprietà degli immobili turistici e alberghieri, e contemporaneamente l’autorizzazione a svolgere l’attività di gestione alberghiera per il tramite di una societàdi management (attività che oggi è vietata dalla legge)

3. L’introduzione di norme che favoriscano la nascita e la diffusione di società di management, similmente a quanto già avviene in altre nazioni soprattutto di diritto anglosassone, che richiedono un minor capitale per essere avviate ed essere messe a regime, e che proprio perché concentrare sulla attività alberghiera (e meno su quella immobiliare) riescono a dare risultati economici migliori e più continuativi. In particolare si sollecita il mondo bancario – che nel recente passato ha dimostrato di non saper affatto manovrare il tema dell’edilizia alberghiera - a utilizzare gli strumenti propri della cultura dell’ospitalità, per comprendere se la costruzione o il rinnovo di un hotel possa essere o meno finanziato.

domenica 15 gennaio 2012

Finanziamenti per il turismo - Italia e Puglia

La Regione Puglia offre
Aiuti agli investimenti di piccole imprese turistiche (fino a 10 milioni di fatturato) Codice ATECO 2007, sezione I, Div. 55



inoltre PLANETHOTEL.NET offre consulenza per
l'ottenimento di finanziamenti su tutto il territorio nazionale a tasso fisso o variabile

Vengono finanziate:

* Progettazione
* Ristrutturazione e ammodernamento
* Ampliamento
* Nuovi servizi (Bar, Palestra, Piscina, Centro Benessere)
* Acquisto Macchinari e Attrezzature
* Acquisto anche di terreni ed immobili e loro recupero

Per informazioni contattare PLANETHOTEL.NET: tel. 0522 554392, e-mail: consulenza@planethotel.net

sabato 14 gennaio 2012

«Questo sarebbe un 4 stelle?» Star dello sci contro Cortina



Il mio amico Claudio mi segnala:

Ciao Raffaello. Ti mando questo articolo uscito oggi sul Corriere Veneto. Aspetto un tuo commento. Ciao.

«Questo sarebbe un 4 stelle?»
Star dello sci contro Cortina
Lo sfogo della Mancuso: meglio il mio camper. Pesanti lamentele sull’albergo della squadra americana


CORTINA D’AMPEZZO - Un albergo non adeguato alle esigenze di una campionessa dello sci e un feroce sfogo su Facebook. All’americana Julia Mancuso, una delle superstar del circo bianco femminile in questi giorni a Cortina per la Coppa del Mondo, la sistemazione all’hotel Splendid Venezia proprio non va giù. «Qualcuno conosce un buon hotel a Cortina? - chiede pubblicamente l’italoamericana sul social network -. Dalla nostra esperienza qui, 4 stelle significa 2 reali... Voglio solo svegliarmi riposata la mattina, datemi consigli così prenotiamo già per il prossimo anno». L’avvenente ed estrosa americana, fidanzata con il campione norvegese Aksel Lund Svindal, spiega la natura del problema in un successivo commento (a proposito, venerdì sera erano ben 160 i "mi piace" e 81 i commenti allo status della campionessa, quasi tutti di fan italiani che evidentemente conoscono il problema), spiegando che il problema non è soltanto suo madi tutta la squadra americana.

«Siamo all’hotel Splendid Venezia, la gente è molto simpatica ma la struttura è davvero datata. I muri devono essere troppo vecchi o qualcosa del genere, mi sono alzata con il mal di testa: sto pensando di dormire nel mio Volkswagen California questa notte». Un piccolo camper poco riscaldato (che l’americana utilizza per gli spostamenti durante la stagione europea della Coppa del Mondo) meglio di un quattro stelle nel centro di Cortina? Le accuse della Mancuso non sono dunque capricci da star che pretende il super lusso a tutti i costi, ma vengono da una ragazza che in passato ha spesso viaggiato da globetrotter e in maniera un po’ hippie: il segno, soprattutto dal punto di vista della rumorosità, doveva essere stato passato, tanto da pregiudicarne il sonno. Delle sistemazioni inadeguate per le atlete a Cortina si parla comunque da un po’: negli anni scorsi squadre di livello medio-alto si erano ritrovate con stanze minuscole per preparare gli sci, e con spazi molto ridotti per la fisioterapia.

Problema tutto italiano, condiviso con l’unica altra tappa della Coppa del Mondo femminile nel Bel Paese, l’appuntamento biennale di Tarvisio (che infatti è stato cancellato per il futuro). «Ci dispiace molto per la Mancuso e per la squadra americana - replica il presidente degli albergatori di Cortina, Gherardo Manaigo -, verificheremo la segnalazione e parleremo con il titolare dello Splendid Venezia. L’albergo effettivamente non è nuovissimo e non è stato ristrutturato di recente». La struttura è datata 1956, l’anno dell’Olimpiade invernale ampezzana. Perché alloggiare in quell’albergo una delle due migliori squadre del mondo, allora? «Purtroppo è questo il punto: sapendo che gli americani - dice ancora Manaigo - sono abituati a ben altri standard, era il caso di sistemarli in un hotel di classe superiore, oppure nel nuovo Rosa Petra, per esempio. Purtroppo l’organizzazione quest’anno ha un budget ridottissimo, e i risultati sono questi». Lo sfogo della Mancuso, e in genere il livello di ospitalità ricevuta non solo dalle atlete ma dalla nutrita delegazione della Federazione internazionale, rischiano di essere un pessimo biglietto da visita per l’obiettivo principale nel prossimo futuro di Cortina d’Ampezzo, cioè l’organizzazione dei Mondiali di sci del 2017. Se allo scarso peso politico (l’Italia è senza delegato dopo le vicende giudiziarie dell’ex presidente Morzenti) si aggiungono difetti organizzativi, spuntarla su candidate dal richiamo minore ma dal budget più che doppio diventa davvero difficile.

Andrea Saule
14 gennaio 2012