Devo riconoscere che sono contento che Roberta Milano sia la responsabile dell'Italia turistica digitale.
Come al solito, quando si sceglie un allenatore (o perfino un papa), non è detto che si sia fatta la scelta "perfetta", qual lavoro avrebbe potuto essere anche di altri, ma Roberta è sicuramente ok.
Noto che c'è voluto molto tempo, più di due anni per mettere mano all' ENIT, e solo ora qualche casellina inizia ad andare a posto: C.d.A., Direttore, Direttore al Digitale.
Questi ritardi non sono utili, ne siamo consapevoli tutti, in un mondo che corre stare fermi vuol dire arretrare.
Ma c'è un ritardo che più di ogni altro mi preoccupa.
La traduzione delle linee guida e dei cluster in prodotti fisici (hotel, destinazioni, borghi, infrastrutture, luoghi) richiede tempo, molto tempo.
Richiede che le "norme" non si mettano di traverso, richiede di cercare gli investitori e convincerli che investire in Italia secondo un certo progetto vale la pena, e poi richiede tutto il tempo per "fare".
Ci vorranno 10 anni. Bene.
E' ora che si incominci, sennò tra 10 anni saremo ancora qui.
(sono passati ben 5 anni da quando ho voluto mettere il tema al centro della riflessione di settore: in pratica con nessun passo avanti da allora)
Ed ancora oggi ancora nessuno ci pensa, o se qualcuno ci sta pensando lo fa al di là di una qualunque visione condivisa. Quando nella slide presentata stamattina leggo lusso, mi chiedo: "Chi lo fa (chi lo sa fare?) e dove?"
Quindi, Auguri Roberta. Auguri Gianni.
Nel fare il vostro lavoro oltre al "digitale" ricordatevi anche dei mattoni.