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sabato 24 dicembre 2011
Auguri 2012, una breve riflessione sul passato ed un paio di idee per il nuovo anno.
Cari amici è fine d'anno,
il momento degli auguri, delle riflessioni su cosa abbiamo fatto bene o fatto male nel corso dell'ultimo anno, e di disegnare qualche prospettiva.
Il 2011 se ne va, e ci lascia qualche grosso guaio, che si è manifestato quest'anno, ma che c'era anche prima. E poi ci lascia una prospettiva incerta, di cui finalmente siamo consapevoli.
Per gli auguri ho copiato quelli di Alesandro C.
"Il mio augurio dunque è che il 2012 sia un anno di apprendimento e di cambiamento; un anno in cui continueremo o riprenderemo a studiare, in cui impareremo, in cui faremo cose nuove oppure faremo cose vecchie in modo nuovo, in cui scopriremo, per ritrovarci alla fine un po’ uguali e un po’ diversi."
io dico che quest'anno dovremo cambiare un po' tutti anche quelli che non vorrebbero.
Per quanto ci riguarda, l'anno è stato difficile per molti aspetti, ma nel complesso sono soddisfatto delle decisioni prese.
Abbiamo deciso di pubblicare il libro HOTEL DESIGN, il manuale di progettazione alberghiera di Aglieri Rinella. E' stato opportuno farlo, perchè adesso che dobbiamo guardare alla realtà di un'offerta turistica mediamente piuttosto povera, ora che dobbiamo ipotizzare come trasformare le nostre strutture alberghiere, oggi abbiamo un punto di riferimento molto autorevole per chiunque voglia avventurarsi nella progettazione e ristrutturazione di un hotel e della città turistica.
Poi abbiamo lanciato un nuovo tema, un argomento apparentemente marginale, invece riteniamo centralissimo per ricucire i territori turistici, soprattutto costieri, della nostra Italia.
Faccio riferimento alla giornata di studio di Bologna del 18 novembre "Urban Design Hotel Industry" che ha riscosso tanto successo presso una platea attenta di circa 180 operatori. Sindaci, assessori, funzionari pubblici, architetti ed urbanisti non possono più continuare come prima. Anch'essi devono cambiare, con l'obiettivo di togliere gli ostacoli allo sviluppo "sostenibile" del turismo italiano, favorirlo e promuoverlo, e al contempo migliorare la progettazione e la vivibilità dei luoghi: che devono essere belli sia per i residenti che per i turisti.
Guardiamo avanti, all'anno che arriva.
Come ho scritto, noi in Italia dobbiamo ripensare come favorire gli investimenti nel turismo.
Gli aspetti coinvolti sono moltissimi, ma almeno due ne vedo di assai rilevati:
a) le legislazioni urbanistiche regionali che vanno coordinate con i sindaci dei comuni turistici;
b) la legislazione sui fondi comuni di investimento immobiliare.
Il primo tema è essenziale per rendere possibili progetti che portino le nostre città nel terzo millennio. L'Italia è stata una delle prime aree a sviluppare il turismo di massa negli anni Cinquanta e Sessanta, e proprio per questo presenta intere aree urbanizzate obsolete che richiedono un intervento innovativo, nel rispetto dell'ambiente, anzi al fine di migliorarlo.
Il secondo tema si riferisce alla necessità di trovare le finanze per sviluppare gli interventi. Ne dovremo riparlare, a fondo, ma anche celermente.
Per quanto riguarda PLANETHOTEL.NET continueremo a sollecitare un po' tutti gli operatori dell'industria turistica sul grande tema dell'italianità della progettazione alberghiera.
Ci ritroveremo presto, all'inizio del prossimo anno, quando presenteremo un programma di azione su cui anche tu che leggi sarai chiamato a scegliere se aderire o no.
L'augurio è che ciascuno possa contribuire con la propria azione al miglioramento del vivere comune, e per quanti vivono e lavorano nel settore del turismo possano rilanciarlo, perchè è una vera opportunità, se solo sappiamo coglierne le potenzialità.
Buon 2012.
Istituire dei fondi dedicati al settore alberghiero
C'è un tema davvero di dettaglio ma che potrebbe avere effetti importantissimi sullo sviluppo turistico del nostro paese.
Si tratta della norma sui fondi comuni immobiliari.
Questa norma non è stata concepita per favorire lo sviluppo (ed il rinnovo) delle strutture alberghiere.
Il motivo è semplice da dirsi, e da migliorare, se solo si vuole.
Al contrario dei fondi di altri paesi anche europei, i fondi italiani NON possono gestire gli immobili che hanno in portafoglio, ma possono solo darli in affitto (locazione immobiliare). In questo modo in Italia si esclude il contratto di management che invece ha fatto la fortuna delle grandi catene ad esempio americane (Hilton, Sheraton, Marriott, ecc.)
Secondo l'attuale normativa:
1. Serve un GESTORE che firmi un contratto di locazione
2. e che questo gestore dia delle garanzie bancarie, come noto assai difficili da ottenere
Le conseguenze sono:
1. La società di gestione deve avere un capitale molto grande in relazione al bene che prende in gestione, e al fatturato/utile che prevede di ricavare.
2. Anche la marginalità per il fondo/proprietario si riduce notevolmente
3. In conseguenza non si dà spazio a nuove gestioni di manager capaci ma con ridotto patrimonio
4. Non si ottiene per il fondo un ritorno sull'investimento alberghiero adeguato al rischio
5. Si tendgono lontani quegli operatori internazionali che potrebbero dare impulso all'incoming italiano.
Tutto questo porta ad avere solo "qualche" fondo dedicato al settore turistico alberghiero, e ai pasticci che conosciamo, e che sono stati sulle pagine dei giornali negli ultimi anni: una delle tante leggi fatte da chi non conosce il settore.
Se il ministro Gnudi vuole davvero intervenire sul rinnovo del turismo italiano può farlo modificando la legge sui fondi comuni, istituendo dei fondi specilizzati nell'alberghiero.
Suggerisco a chiunque voglia avere un'idea più approfondita sul tema di rivedere l'intervento di Michele Cibrario alla giornata di studio organizzata da PLANETHOTEL.NET "Urban Design & Hotel Industry".
http://www.metropolisqi.tv/1545/2382?clip=4
Si tratta della norma sui fondi comuni immobiliari.
Questa norma non è stata concepita per favorire lo sviluppo (ed il rinnovo) delle strutture alberghiere.
Il motivo è semplice da dirsi, e da migliorare, se solo si vuole.
Al contrario dei fondi di altri paesi anche europei, i fondi italiani NON possono gestire gli immobili che hanno in portafoglio, ma possono solo darli in affitto (locazione immobiliare). In questo modo in Italia si esclude il contratto di management che invece ha fatto la fortuna delle grandi catene ad esempio americane (Hilton, Sheraton, Marriott, ecc.)
Secondo l'attuale normativa:
1. Serve un GESTORE che firmi un contratto di locazione
2. e che questo gestore dia delle garanzie bancarie, come noto assai difficili da ottenere
Le conseguenze sono:
1. La società di gestione deve avere un capitale molto grande in relazione al bene che prende in gestione, e al fatturato/utile che prevede di ricavare.
2. Anche la marginalità per il fondo/proprietario si riduce notevolmente
3. In conseguenza non si dà spazio a nuove gestioni di manager capaci ma con ridotto patrimonio
4. Non si ottiene per il fondo un ritorno sull'investimento alberghiero adeguato al rischio
5. Si tendgono lontani quegli operatori internazionali che potrebbero dare impulso all'incoming italiano.
Tutto questo porta ad avere solo "qualche" fondo dedicato al settore turistico alberghiero, e ai pasticci che conosciamo, e che sono stati sulle pagine dei giornali negli ultimi anni: una delle tante leggi fatte da chi non conosce il settore.
Se il ministro Gnudi vuole davvero intervenire sul rinnovo del turismo italiano può farlo modificando la legge sui fondi comuni, istituendo dei fondi specilizzati nell'alberghiero.
Suggerisco a chiunque voglia avere un'idea più approfondita sul tema di rivedere l'intervento di Michele Cibrario alla giornata di studio organizzata da PLANETHOTEL.NET "Urban Design & Hotel Industry".
http://www.metropolisqi.tv/1545/2382?clip=4
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