sabato 4 agosto 2012

Nuotatore o Spadaccino?

TI PIACE L'ITALIA
DEL NUOTO 
O DELLA SCHERMA?

A Londra abbiamo visto le due facce dell'Italia.

L'Italia individualista, geniale, arrogante. Che se vince "sono bravo io" e se perde è colpa degli altri.

Poi c'è l'Italia dell'impegno, del gioco di squadra, del valore anche dell'ultimo arrivato (Luigi Samele, nel caso della sciabola, che ci ha regalato il bronzo)



Sui giornali vanno i nuotatori che strapitano e fanno le primedonne. Bravissimi quando vincono. Penosi quando perdono.
Anche nel business, come nello sport e in politica, belle donne un po' aggressive, niente a che vedere con le nostre compagne quelle che condividono con noi gioie e dolori.

Le medaglie quest'anno le hanno prese gli altri, gli spadaccini, quelli che sgobbano e fanno i fatti.
E le altre, quelle un po' meno belle, ma molto molto più concrete, affiatate, altruiste.

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Se questa crisi ci deve insegnare qualcosa è che dobbiamo essere un po' più come i nostri spadaccini.

L'economia di Germania e America (lasciamo stare quella cinese!) si fondano sul lavoro di squadra, sulla fiducia in chi guida, ma anche sulla partecipazione e adesione entusiasta ad un progetto.

Gli italiani invece? Se sono più di tre attorno ad un tavolo, ognuno tira da una parte diversa. Quando uno parla? Giù critiche. Alla fine della riunione? Nessun obiettivo per un passo successivo.


Forse tu caro lettore pensi che non è sempre così. Menomale. Non sempre.

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