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mercoledì 14 novembre 2012
Un booking per l'Emilia Romagna?
Probabilmente sono stato uno dei primi in Italia ad occuparmi di "internet" per il turismo. ( vedi LinkedIn l'elenco non completo di quello che ho scritto sul tema in passato). Ho deciso da alcuni anni che il focus deve essere dato all'hardware (la struttura alberghiera), perchè se il prodotto non è a posto, non serve promuoverlo e cercare di venderlo.
E in Italia il prodotto turistico non è a posto, ha bisogno di molti interventi, sia nella sua componente "alberghiera" sia in quella urbanistica, cui abbiamo dedicato tempo ed idee (vedi www.planethotel.net/urbandesign)
Ammetto che uno dei motivi per cui non mi occupo più di internet è perché ho sbagliato essendo stato per un paio di volte troppo in anticipo sui tempi.
Questo però non è un buon motivo per tacere e per non commentare quello che accade anche nel campo della promozione turistica e della vendita on line.
Oggi l'articolo di Michele Vianello sul proprio blog, mi permette di sapere che la regione in cui vivo, l'Emilia Romagna ha dotato il proprio portale di un booking on line, per le prenotazioni alberghiere.
Non me ne ero accorto.
Lo si trova al sito http://www.emiliaromagnaturismo.it/ che rimanda a www.visitemiliaromagna.com
E comunque non ne sentivo la mancanza...
Ricordo quando facemmo un incontro sul tema con Giuseppe Chicchi, allora AD di APT Servizi Emilia Romagna (era il 26 settembre 2003: nel frattempo i capelli si sono solo ingrigiti) poi non ne seppi più nulla, e credevo che l'argomento fosse completamente accantonato. Era uno dei casi in cui nella mia vita sono stato troppo avanti.
Invece sorpresa... dopo 9 anni il tema diventa attuale.
Meglio tardi che mai?
Vianello in tono un po' polemico titola il proprio blog... "Ancora portali nazionali per il turismo".
Ancora? Vianello, scusa... "ancora" significa che ne abbiamo avuto almeno uno! Invece credo che finora non ne abbiamo avuto nessuno.
Mi dispiace essere critico, nei confronti del lavoro di amici, veri amici, che dedicano tempo e fatica a promuovere il turismo italiano, ma così come il portale Italia.it è stato un fallimento in realtà perchè partito con obiettivi faraonici e uno spreco immane di risorse, con quasi nessun coordinamento con le Regioni, anche l'idea di fare un portale di prenotazione "regionale" ha assai poco senso, tant'è vero che sono caricati pochi hotel, e il sito non è praticamente raggiungibile attraverso Google.
(quello che in Italia manca non sono venditori di prodotti e di sistemi, ma gente che metta la testa a fare cose logiche)
Sul tema della prenotazione on line PLANETHOTEL.NET aveva sviluppato tra il 2003 e il 2005, anche in collaborazione con CCRA, e la sua VP esecutiva Fran Kiradjian un prodotto professionalmente avanzato, costato qualche quattrino, che si è fermato alla fase beta (sta facendo la polvere in qualche server) perchè proprio in quegli anni hanno avuto il sopravvento alcuni portali internazionali come Booking che sono riusciti a surclassare perfino sistemi diffusi come Fastbooking e Venere (ed anche per l'arretratezza ancora oggi completamente evidente del mondo alberghiero rispetto al mezzo... che Vianello rappresenta con questa bella foto, che gli rubo):
Inoltre oggi siamo in attesa che Google stesso entri in questo settore. E' ovvio che in queste condizioni non c'è spazio per altri sistemi nè regionali nè nazionali.... a meno che... (su questo un'idea io l'avrei, però richiederebbe una guida nazionale forte che non vedo per cui la lascio nella penna... tanto, io mi sto occupando sempre più di harware e sul software do ragione a Vianello, che a parte uno ed uno solo portale nazionale ben fatto, il resto si gioca sui Social Network se hai un buon prodotto che favorisce il passaparola.)
giovedì 1 novembre 2012
Rottamare i piccoli hotel? Oppure occuparsi dell'urban design?
Rottamazione degli alberghi ''perché 34mila sono troppi, troppo vecchi e troppo piccoli'', ha detto il ministro Gnudi.
Due parole di troppo e tutti a dargli addosso.
Il merito di Gnudi è quello di aver acceso i riflettori su un tema che è centrale per il nostro turismo, cui noi di PLANETHOTEL.NET abbiamo dedicato un convegno nazionale l'anno scorso ( www.planethotel.net/urbandesign) e svariati interventi a convegni locali nel corso degli ultimi anni, pubblicazioni, libri ecc. (www.planethotel.net/convegni), e su cui Federalberghi nazionale parla da tempo.
Abbiamo anche scritto le nostre proposte in modo chiaro sia sul nostro blog, sia sul volume "Impresa Turismo" di Unioncamere di quest'anno 2012.
Il demerito (non proprio piccolo) di Gnudi e dei suoi qualificati consulenti, è di aver focalizzato la questione sul tema della rottamazione dell'hotel (singola struttura ricettiva) e non guardare al tessuto urbano delle città turistiche (e si tenga conto che in Italia quasi tutte le città sono anche turistiche).
Quest'ultimo invece è il tema al centro della mia riflessione (e di pochissimi amici) che guardiamo all'argomento in modo trasversale, pensando alla destinazione turistica come una unità urbana, al cui interno devono sì esistere strutture alberghiere riqualificate, ma dove l'intera struttura urbana si riqualifica per rispondere alle esigenze di un rinnovato flusso turistico.
Mi è chiaro che si tratta di un vero progetto, con necessità di investimenti finanziari enormi.
Quello che abbiamo scritto in molte occasione è che la riqualificazione (ed anche la rottamazione) degli hotel deve partire dal ripensamento complessivo della città. Il punto è che le ricerche anche accademiche su questo aspetto sono pressochè inesistenti. Chi si occupa di turismo, si occupa di "promozione", chi si occupa di hospitality si occupa della struttura alberghiera, e l'urbanistica oramai fatta sempre più dagli avvocati non si occupa di turismo.
Inoltre, non serve scomodare la Boston Cunsulting per capire che il quadro italiano dell'offerta turistica sta correndo precipitevolissimevolmente verso il declino, i cui fattori a me sono chiari e noti: primo fra tutti un prodotto obsoleto, il cui valore fondiario (tutto teorico) è molto alto. E' lì che si deve intervenire, con strumenti finanziari e giuridici, dei quali si parla per la prima volta nel nostro blog di febbraio.
Finchè lo Stato e le Regioni (che hanno il turismo e l'urbanistica tra le proprie competenze) non avvieranno una chiara riflessione su questo, tutti gli altri strumenti ed interventi, per quanto utili, saranno solo palliativi.
Due parole di troppo e tutti a dargli addosso.
Il merito di Gnudi è quello di aver acceso i riflettori su un tema che è centrale per il nostro turismo, cui noi di PLANETHOTEL.NET abbiamo dedicato un convegno nazionale l'anno scorso ( www.planethotel.net/urbandesign) e svariati interventi a convegni locali nel corso degli ultimi anni, pubblicazioni, libri ecc. (www.planethotel.net/convegni), e su cui Federalberghi nazionale parla da tempo.
Abbiamo anche scritto le nostre proposte in modo chiaro sia sul nostro blog, sia sul volume "Impresa Turismo" di Unioncamere di quest'anno 2012.
Il demerito (non proprio piccolo) di Gnudi e dei suoi qualificati consulenti, è di aver focalizzato la questione sul tema della rottamazione dell'hotel (singola struttura ricettiva) e non guardare al tessuto urbano delle città turistiche (e si tenga conto che in Italia quasi tutte le città sono anche turistiche).
Quest'ultimo invece è il tema al centro della mia riflessione (e di pochissimi amici) che guardiamo all'argomento in modo trasversale, pensando alla destinazione turistica come una unità urbana, al cui interno devono sì esistere strutture alberghiere riqualificate, ma dove l'intera struttura urbana si riqualifica per rispondere alle esigenze di un rinnovato flusso turistico.
Mi è chiaro che si tratta di un vero progetto, con necessità di investimenti finanziari enormi.
Quello che abbiamo scritto in molte occasione è che la riqualificazione (ed anche la rottamazione) degli hotel deve partire dal ripensamento complessivo della città. Il punto è che le ricerche anche accademiche su questo aspetto sono pressochè inesistenti. Chi si occupa di turismo, si occupa di "promozione", chi si occupa di hospitality si occupa della struttura alberghiera, e l'urbanistica oramai fatta sempre più dagli avvocati non si occupa di turismo.
Inoltre, non serve scomodare la Boston Cunsulting per capire che il quadro italiano dell'offerta turistica sta correndo precipitevolissimevolmente verso il declino, i cui fattori a me sono chiari e noti: primo fra tutti un prodotto obsoleto, il cui valore fondiario (tutto teorico) è molto alto. E' lì che si deve intervenire, con strumenti finanziari e giuridici, dei quali si parla per la prima volta nel nostro blog di febbraio.
Finchè lo Stato e le Regioni (che hanno il turismo e l'urbanistica tra le proprie competenze) non avvieranno una chiara riflessione su questo, tutti gli altri strumenti ed interventi, per quanto utili, saranno solo palliativi.
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