In entrambe le occasioni incontrai imprenditori interessati al design italiano. Nel 2011 l'interesse era vivace, facemmo molti incontri, tra i quali uno mi rimase impresso presso l'Associazione degli Imprenditori Egiziani. C'era fermento. Si attendevano le elezioni e si pensava che El Baradei avrebbe vinto. O almeno quelle era la speranza.
Poi ognuno sa come andò a finire. I partiti moderati si presentarono divisi. Al ballottaggio vinse Morsi non senza molti dubbi sulla legittimità della vittoria. Ma la speranza che questo permettesse l'integrazione degli islamisti era ancora forte.
E' bastato un anno e la "riforma" in senso islamista della costituzione per rovinare tutto. Quando una minoranza, per quanto forte, pensa di poter comandare contro tutto un popolo, oggi - negli anni Duemila - si trova il popolo contro.
Questa è una delle ultime fotografie che ho scattato il giorno 28 giugno. Un venditore di bandiere. Si tratta della bandiera nazionale. Sono state usate il 30 giugno per una imponente manifestazione contro Morsi.
Qualcuno parlava di oltre 20.. 25..30 milioni di persone in piazza contro il governo. In ogni caso tantissime. Una maggioranza del paese in piazza.
Di fronte ad una manifestazione così imponente il governo avrebbe dovuto dimettersi. Invece ha ribadito che era l'unico governo legittimo. Che fosse frutto di un voto era vero... ma che rappresentasse la maggioranza degli Egiziani no. E lì intervennero i militari molto benvoluti dalla popolazione.
Per una volta sia i musulmani moderati, sia i cristiani (copti), sia i laici erano uniti contro un governo che inclinava pericolosamente a favore dell'islamizzazione dell'Egitto, una cultura che era stata lontana da quella Egiziana.
Gli Egiziani sono Africani e non Arabi. Questo va ricordato. E hanno molto ben presente cosa significa cadere sotto la legge islamica. In questo Morsi ha sbagliato.
Che sulla testa degli Egiziani si giochi una lotta tra potenze del Golfo (Arabia Saudita contro Qatar) non vi è dubbio. Ma che la gente egiziana abbia mostrato chiaramente cosa vuole non vi è dubbio ugualmente.
Ora il mio augurio è che i militari possano riportare un po' di normalità, che si formi il governo e che l'Egitto possa tornare a pensare al proprio futuro.
Dopo il periodo della rivoluzione (che dura dall'inizio del 2011) l'Egitto è caduto in una fortissima crisi economica. Ci sono famiglie che sopravvivono con pochi centesimi di dollaro al giorno. Il turismo ovviamente è crollato, soprattutto quello diretto nelle città. Ma dopo la crisi di questi giorni anche il turismo del Mar Rosso subirà una forte contraccolpo, come lo subì dopo la rivoluzione del 25 gennaio.
Quando a giugno 2011 incontrai a Roma il Ministro del turismo egiziano S.E. Mounir Fakhry Abd El Nour ricordo che incitava gli imprenditori turistici italiani ad investire nel proprio paese. Con una battuta mi disse "Vieni che ti diamo in concessione tutta la terra che vuoi".
Era il momento più difficile per il turismo Egiziano, con oltre il 40% di caduta del fatturato.
Oggi non è diverso. Ed io voglio davvero augurare a quella popolazione che tutti descrivono come mite e laboriosa di poter ritrovare la serenità che merita, anche se gli errori, fatti da Morsi prima e dai militari adesso, temo non facciano presagire nulla di buono.
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