domenica 1 dicembre 2013

Qualcosa si muove? Poco. Troppo poco.

Gli errori del passato pesano sulla situazione del turismo italiano di oggi. L'opportunità c'è ma non potrà essere colta. Cosa intende fare il governo. Difendere l'esistente inefficiente e non dare spazio al mercato avrà doppie conseguenze negative. La crisi colpisce duro anche tra gli addetti del turismo

Abbiamo pubblicato 3 libri sulla progettazione dell'hotel, circa 70 convegni e centinaia di articoli, post, e newsletter, che ogni settimana vengono aperte da 3-4000 persone (grazie). Un contributo abbiamo provato a darlo.


Solo il ministro Gnudi ha voluto interpellarci in tre o quattro incontri. Poi fine.

Il tema del rinnovo degli hotel, e della città turistica, è fondamentale per il nostro paese, eppure credo che in questo momento non ci sia nessuno al governo che si interessi di TURISMO E CITTA' URBANA. Su questo tema silenzio più profondo.
Nessuno che conosca da dentro i processi che stanno avvenendo ogni giorno. Le richieste del mercato.
Questo tema è escluso dal dibattito sul turismo.

La verità purtroppo sono due.


La prima è che vedere ciò che non va e dirlo a chi sta sbagliando perché ha interessi diversi, o idee preconcette, non serve a nulla. Anzi. Così quando all' APT Emilia Romagna proposi nel 2003 un booking on line, mi dissero che no, nessun albergatore avrebbe mai messo on line i prezzi di vendita delle camere. Così abbiamo perso 10 anni.

La seconda è che "vedere" le cose con anni o decenni di anticipo, di nuovo ti rende un marziano. E' dal 2006 che parliamo e scriviamo libri e organizziamo convegni su Benessere e Rinnovo degli hotel. Quando c'erano i soldi (le banche li davano) e la possibilità di fare rinnovo urbano politica, amministrazioni e privati si sono bloccati. Oggi paghiamo le conseguenze di quello stop.


Imprenditori, banche e amministrazioni comunali dissennati hanno investito in hotel nuovi dove non servivano e non hanno messo mano al rinnovo, riqualificazione, ma ANCHE dico io, riqualificazione dell'intera città turistica.

Oggi abbiamo hotel nuovi dove non servono, hotel vecchi dove ne servirebbero di nuovi. Ed un prodotto turistico in senso esteso, come minimo confuso, con interventi anche rilevanti spot, con opere lasciate a metà. In un momento in cui i nostri concorrenti stanno spendendo miliardi di Euro per attrezzare turisticamente il Nord Africa, il Golfo Persico, e pezzi enormi dell'estremo oriente. Ed avere i Bronzi di Riace non basta, anche perchè dovrebbero essere accessibili al pubblico... e non lo sono.




Questa bella immagine dice del turismo molto più di mille articoli. Me l'ha segnalata @carloalberto. Lo trovate su Twitter, oltre che in Bocconi ed in altri cento posti prestigiosi. Vi suggerisco di seguirlo.

Attendo con impazienza la nuova ricerca su FutureBrand, che verrà presentata al BTO il 3 dicembre alle 15.00. Chi può venga a sentire. Sarà sicuramente interessante, come è stata interessante la ricerca dell'anno scorso.

L'immagine qui sopra dice che l'Italia e l'Europa sono naturalmente al centro del turismo mondiale (mostra i luoghi più fotografati al mondo).

Chiaro che, come per ogni prodotto, anche per quello turistico servono le 4 P del marketing (mi scuso se sono all'antica) Prodotto, Prezzo, Promozione, Distribuzione (Place in inglese).

Durante il recente convegno Destinazione Emilia Romagna ho sentito molto parlare di Promozione e un po' di Distribuzione (su internet, finalmente!) di cui si vogliono occupare tutti, anche in concorrenza l'uno con l'altro. 
L'assessore Melucci paventa che i Comuni più piccoli o perfino i quartieri vogliano usare la nuova tassa di soggiorno per fare promozione di quartiere o di cortile. Capisco il timore.

Ho però sentito parlare assai poco di Prodotto (inteso come hotel) e di Prezzo (inteso quanto incassa l'hotel per il soggiorno).

Parlare di Prodotto turistico spesso vuol dire riferirsi non solo all'hotel, ma a un concetto più ampio, che comprende l'intera filiera del turismo, il viaggio, il divertimento, la cultura... ed anche l'hotel. Del quale peraltro spesso ci si dimentica, perché lo si dà per scontato.

Eppure l'attenzione con cui le maggiori catene alberghiere mondiali curano la location e la progettazione dell'hotel, con un'attenzione costante ai nuovi trend dei clienti, dovrebbe dire quanto importante è la struttura fisica che accoglie il turista per fargli sperimentare positivamente un viaggio.

Invece noi abbiamo hotel vecchi. Alcuni molto vecchi. Ed anche quelli recentemente rinnovati non riescono ad essere efficienti.

Lo stesso dicasi del fattore Prezzo. Il Prezzo del soggiorno per il cliente è, assieme al trasporto, la componente maggiore del costo complessivo del viaggio.

Ciascun albergatore sa che le componenti che influenzano il costo del soggiorno in hotel sono: 

1) Valore fondiario che si traduce nel costo della locazione (o ammortamento) dell'immobile.
2) Costi energetici (che dipendono dalla struttura immobiliare oltre che da investimenti specifici per ridurre tali costi)
3) Costi del personale, che dipendono da dimensioni, forma, struttura dell'hotel, oltre che da leggi sul mercato del lavoro
4) Imposte e tasse. Di nuovo spesso dipendenti dalla struttura dell'immobile

Quando dico che gli hotel italiani sono troppo piccoli e che servono iniziative per aumentarne le dimensioni, non lo dico perché mi piacciono solo i grandi alberghi di Las Vegas, ma perché il prezzo di gestione e di vendita di una camera d'albergo dipende molto dalle dimensioni dell'hotel
Nel senso che nell'industria alberghiera la dimensione dell'hotel influenza considerevolmente le economie di scala che si possono ottenere da un hotel più grande.

Ho ascoltato con interesse l'intervento di Modena della Sottosegretaria Simonetta Giordani su cosa ha fatto e cosa sta facendo il governo in tema di turismo, ed ho apprezzato le seguenti 5 parole "riqualificazione delle strutture più obsolete". Ed inoltre "rendere il Paese attrattivo per gli investitori esteri".
Su questo tema non ha detto una sola parola in più.
Il governo, sembra operare sui seguenti temi:
a) Fondo per reti di imprese
b) Semplificazioni burocratiche
c) Sgravi fiscali per distretti turistici
d) Interventi per ridurre il gap sul digitale

Siccome ha anche detto che ai primi di gennaio 2014 verrà approvato dal governo un pacchetto di misure per il turismo, io attendo fino ad allora, e spero vivamente che ci siano davvero delle misure per favorire il rinnovo degli hotel e della città turistica.

Scommetto che rimarrò deluso, per il semplice motivo che lo Stato oggi non ha risorse, e non ne ha per rilanciare l'industria turistica.
Poi nessuno degli interlocutori che hanno potere per mettere mano a questo tema lo vogliono fare, rischiando di dover discutere, scontrarsi e coordinarsi con altri soggetti.

Qualunque architetto da Trieste a Santa Maria di Leuca, o da Ventimiglia a Reggio Calabria può confermare che per ottenere una semplice autorizzazione sulle nostre coste si diventa pazzi, e soprattutto che le normative sono fatte senza tenere conto delle specificità dell'industria turistica, rendendo nei fatti impossibile quelle efficienze che si traducono in risparmi di costi e maggiori guadagni per l'hotel.

I politici non devono però piangere sugli hotel che chiudono, e sulle aziende che falliscono. Quando andava tutto bene i proprietari degli hotel guadagnavano così tanto che potevano sopportare qualche angheria da parte del potere politico. Ma oggi non è più così. I margini si sono ridotti e la concorrenza di qualità e prezzo è più agguerrita.

Certo c'è la crisi. Ci sono molte cause che portano alla chiusura di hotel importanti, come quelli del Gruppo Acqua Marcia con 134 dipendenti licenziati.

Le richieste di trasformazione d'uso vengono molto criticate da parte di puristi del turismo alberghiero.  I politici non dovrebbero versare lacrime di coccodrillo, visto che non hanno capito cosa stava succedendo, ma immaginare soluzioni innovative, come quelle che abbiamo proposto, ma che non vengono prese in considerazione... almeno per i prossimi dieci anni.

Come fare, noi (non solo io),  l'abbiamo detto, scritto, raccontato anche con l'aiuto di validissimi esperti. Ma nulla.

Cari assessori e ministri, non lo capite. Non lo volete capire. Non l'ha capito Rutelli, Brambilla, Gnudi, ... . Avete il potere di bloccare le iniziative. Continuate così. L'Italia è già andata a sbattere per causa vostra... 
Adesso anche i parroci si mettono a chiedere conto ai politici perché bloccano iniziative di sviluppo come quella dell' IKEA in provincia di Torino. E se si muovono i parroci dotati di santa pazienza... forse qualche fulmine divino potrà cadervi sulla testa.

Ma lo sapete (sì che lo sapete) perché in Italia i budget hotel (gli hotel low cost) non ci sono? Perchè se non lo sapete ve lo raccontiamo.
Oppure - detto in altro modo - quali sono state le azioni messe in atto per garantire gli albergatori locali contro le catene internazionali?

Invece di lasciar fare al mercato, voi avete difeso una industria turistica inefficiente. E avete permesso che tutto il turismo italiano ne uscisse disastrato.
Nessuno vi ringrazierà.

Così come nessuno vi ringrazierà se non aprite gli occhi oggi, ed in fretta, e non capite cosa si deve cambiare.

Ma sono molto dubbioso.

















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