domenica 29 agosto 2010

The laundry list for italian hospitality

Da: TRI Ospitality Consulting
http://www.trihospitality.com/


Un ottimo luglio 2010 per gli hotel di Londra Parigi e Roma. Con Londra che ottiene anche ottimi risultati di utile per stanza, mentre Parigi e Roma soffrono il peso del costo del personale...
... probabilmente non sono solo gli albergatori a dover riflettere sulle conseguenze della crisi ma anche il SISTEMA PAESE. Vogliamo parlarne ministra Vittoria Brambilla? Ed insieme a lei... i responsabili regionali e comunali del turismo e dell'urbanistica?

Abbiamo le idee chiare su cosa deve cambiare? Oppure aspettiamo qualche decina d'anni ancora?

Mettiamo insieme una "laundry list" per l'ospitalità italiana. Commenta questo post aggiungendo un suggerimento per il mistro Brambilla.

European Chain Hotels Market Review – July 2010

High costs hinder profitability in Rome and Paris

Rome, Paris and London are amongst the most successful hotel markets in Europe in terms of
achieved Total Revenue per Available Room (TrevPAR) but it appears that the French and
Italian capitals have to work twice as hard to achieve the same profitability as the UK capital,
according to the latest HotStats survey.
Whilst London hoteliers were achieving a profitability conversion at a gratifying 55.6% in July
on the back of an achieved TrevPAR of €250.46, Paris and Rome suffered due to high cost
levels, resulting in a much lower conversion.
For Paris in July, in addition to the abundance of tourists to the city, high demand levels from the
annual showpiece event of the final stage of the Tour de France was enough to drive a TrevPAR
of €209.84 in the French capital, which was within 20% of the level achieved by London.
However, with payroll costs at 36.2% of total revenue in Paris, compared to 20.1% in London,
the difference in profit conversion between the two markets is more than 20 percentage points, as
the French capital converted at 35.3%.
Similarly, whilst Rome achieved a TrevPAR of €223.64, primarily due to a strong performance
in the rooms department, with a room occupancy of 84.9% at an achieved average room rate of
€183.71, hotels in the city converted at just 23.2% of total revenue. With a payroll cost almost
double that of London, at 38.5% of total revenue in July, it is not hard to see why profit
conversion levels remain a challenge in the Italian capital.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno,

Una riflessione: sarebbe opportuna un’azione di correzione fiscale/economica da parte del governo volta ad una dimunizione dell’IVA, degli oneri sociali, dei costi energetici.

Ricordo quando la percentuale IVA degli alberghi “di lusso” ( 5 stelle) era del 9% superiore agli altri e forse gli imprenditori esitavano ad investire per incrementare la qualità strutturale e dei servizi, ma oggi, che siamo in un tempo di alta competitività globale, come possono farcela da soli?

Una soluzione io l'ho evidenziata ed è nel considerare in maniera più importante le energie alternative rinnovabili che ancora oggi nel nostro paese sono purtroppo poco utilizzate.
Ho scritto nei giorni scorsi un articolo a tal proposito, dove peraltro ho fatto un'analisi a 360° , che troverai nel sito www.bestnfinest.com e che si intitola "Ecosostenibilità". Ti invito a leggerla e chissà che forse possa essere d'aiuto a chi ha deciso di lamentarsi solamente senza considerare che possono anche esserci delle soluzioni ai problemi, basta cercarle e soprattutto volerle.

Cari saluti.

Michaela

Anonimo ha detto...

Due grandi handicap si possono rilevare nel sistema alberghiero italiano, la pressione fiscale e la velocità. Il primo si puo fare riferimento all'IVA al 10%, non competitiva con realtà come le nostre concorrenti europee, per non parlare di quelle al di fuori della comunita europea, che sono tutte al di sotto di questa soglia. L'altissimo costo del personale con pochissima flessibilità nella gestione dei contratti, straodinari, con troppi vincoli sindacali, che purtoppo non vanno soprattutto a favore dei lavoratori. Applicazione della TARSU, in modo indiscriminato a secondo delle difficolta finaziarie delle singole amministrazione pubbliche. E cosi via...Il secondo mi riferisco alla velocità di intervento e di azione. Intervento quando un problema sorge bisogna affrontarlo nei tempi e nei modi edeguati da parte di tutti e di azione mi riferisco al mondo che cambia intorno a noi. Le tecniche di vendita, il turismo, tutto è cambiato, mentre molti di noi siamo ancora fermi a vedere cosa succede, fuori esiste un mondo più preparato e affamato di noi. Soluzioni non ne ho, fino a quando la pressione fiscale non viene dimezzata, i servizi pubblici migliorati e la qualita generale che offriamo ai nostri ospiti non sarà adeguata e competitiva.
Giancarlo Azzolini - Albergatore siciliano

Anonimo ha detto...

Buon giorno,

Ogni tipo di industria e non solo quella alberghiera ha delle redditività estremamente differenti se situate in Italia oppure in altri Paesi.
I motivi sono diversi ma tre soprattutto fanno si che l'Italia sia all'ultimo posto della redditività.
1) le tasse ( vorrei fare un elenco di tasse che si pagano in Italia e non all'estero ma non voglio rovinarmi la giornata ) ad esempio solo per i Tv abbiamo tre (3) tassazioni ( Siae, Rai, e l'ultima nata che mi pare si chiami scnf, per un dehors si arriva a pagare 15.000,00 euro/anno etc etc
2) la burocrazia che ci obbliga ad avere almeno un impiegato dedicato se non 2 o 3 a seconda della grandezza dell'azienda.
3) Il costo del lavoro, non tanto nello stretto senso della parola ma soprattutto il costo relativo ai "fancazzisti" che ad esempio se ne stanno a casa in mutua quando c'é maggior affluenza, si concedono un mese prima delle ferie per prepararsi ed un mese dopo per riposarsi, si concedono 2 anni quando hanno un figlio, se ne infischiano dei doveri ma hanno solo diritti. E le aziende in Italia debbono sopportarli mentre all'estero se ne disfano!
Ogni "fancazzista" costa il doppio perché occorre calcolare il costo del sostituto.

Cesare

Vittorio ha detto...

Scusa il ritardo......

La diversa redditività è dovuta esclusivamente al fattore H.R. che da noi in Italia costa una volta e mezzo quello che costa all'estero a causa della altissima quota di contribuzione, l'enorme quantità di tempo libero (riposi,RC,Ferie,Permessi) assenza totale di flessibilità e false malattie avallate da medici compiacenti e difese da Sindacati da 4° mondo ed inprenditori ciechi!